I N T E R V I S T A


Articolo di Elena Colombo

Ninna-nanna: una parola semplice, onomatopeica, il cui suono ricorda l’innocenza del sonno infantile. Ed è proprio “una ninna-nanna per addormentare il bimbo dietro di noi” il nuovo singolo di Giovanni Milani, compositore, sassofonista e cantante mugellano. Non per caso, il singolo porta il titolo Nanna Nena. Si tratta di un’anteprima, in uscita il 28 giugno 2024, con distribuzione Artist First. Parlando della sua arte, il suo autore descrive la sua musica come un mix di jazz, pop ed elettronica. Il brano è delicato e dolce, e costituisce un invito a far riposare il bambino dentro di noi, accettando le sue debolezze senza timore di giudizio. Abbiamo fatto qualche domanda a Giovanni Milani per saperne di più.

Partiamo proprio dal titolo. Il significato di “nanna” è chiaro, ma che cosa vuol dire “nena”?
Nena è un nomignolo affettuoso per Elena, colei alla quale è dedicato il brano; ma ciò è solo un pretesto per, dall’esperienza di una relazione personale, arrivare a una riflessione generale che può coinvolgere chiunque.

All’inizio del brano si sentono dei passi, come di una persona che cammina e spalanca una porta, come se ci aprisse alla canzone. Sono i passi di una persona in particolare? Come sono stati registrati?
I passi raffigurano l’avvicinarsi verso la persona amata, allo stesso tempo però nascondono un senso di inquietudine, quasi come un presentimento di sofferenza e dolore legato alla distanza emotiva che in maniera indirettamente proporzionale aumenta al diminuire della distanza fisica. I passi possono essere di qualsiasi persona, da un’amante a un padre che si avvicina alla camera del figlio, per questo non era necessario artisticamente registrare dei passi specifici e sono stati perciò utilizzati dei sample.

Ci sono anche dei suoni naturali, come quelli di uccellini che cantano, insieme a quelli strumentali. Come mai questa scelta?
I suoni della natura ci ricordano quanti siamo piccoli e quanto indipendentemente dalla nostra età rimaniamo pur sempre figli di un mondo infinitamente più grande di noi.

Parlando della genesi del brano, quando e dove è stato registrato?
Il brano è stato scritto più di due anni fa, a Firenze, a casa di Elena. È stato poi registrato col quartetto in presa diretta dal Ghire’s Garage e prodotto successivamente da McFarland Recordings.

Affermi: “Addormentare dolcemente il bimbo porta ad amare l’adulto, mentre il sonno dell’adulto genera innocenti mostri.” Cosa intendi con quest’ultima espressione?
È una rivisitazione di Goya: “il sonno della ragione genera mostri”; in questo caso è da leggere in tale modo: i danni fatti dal sonno” degli adulti, ossia dalla loro immaturità, dalla incapacità talvolta di amare in maniera sana, poiché non educati a loro volta ad amare neanche se stessi e il bimbo che è dentro di loro, si ripercuote violentemente anche su coloro che dovrebbero più godere del loro amore incondizionato, i figli, creando così
mostruosi irrisolti e sofferenze che li porteranno a nascondere e temere in età adulta di esprimere il bimbo innocente che è stato corrotto col forte odio che solo l’amore inespresso può generare.

Photo ©Valentina Bellini e Riky Angelini