R E C E N S I O N E


Recensione di Elena Colombo

Gringo: una parola strana, che suona gutturale, straniera. E in effetti, i gringo sono proprio gli stranieri, ma non tutti: solo quelli che parlano una lingua diversa, incomprensibile ai locali. Tendenzialmente, per i sudamericani i gringo sono i nordamericani. Ma, come specificano i Selton, gruppo folk rock di origine brasiliana, “per i messicani, i gringo sono gli americani. Per gli argentini i gringo sono gli italiani. Per gli italiani i gringo sono i cowboy. In Perù se hai la pelle bianca, sei un gringo. In Brasile tutti gli stranieri sono gringo.” Un termine dotato di significati plurimi, ai quali si aggiunge quello dato dagli stessi Selton, che hanno appunto intitolato il loro nuovo album, uscito venerdì 10 maggio per Island Records/Universal Music Italia, Gringo Vol. 1.
“Volevamo fare un disco che suonasse Gringo. Ecco un altro significato della parola: in Brasile si dice così per descrivere qualcosa difficile da classificare, che sembra arrivato da un altro pianeta. E, dopo tanti anni, la nostra urgenza era quella di fare un disco che fosse rilevante innanzitutto per noi e che non fosse dunque soltanto ‘un altro disco dei Selton’. Per questo abbiamo deciso di usare il tempo a nostro favore e di tornare solo con qualcosa di importante da dire, qualcosa di ‘gringo’.”

Si tratta del settimo album in studio della band italo-brasiliana, composta da Daniel Plentz, Eduardo Stein Dechtiar e Ramiro Levy. Come si intuisce dal titolo, si tratta della prima parte di un doppio disco, per la cui produzione è stato coinvolto anche Ricky Damian, nientemeno che il vincitore di un Grammy Award per Uptown Funk di Mark Ronson feat. Bruno Mars. I Selton lo definiscono un giovane professionista “fuorisede e fuoriclasse”. Originario di Treviso, da tempo vive a Londra: “anche lui è un gringo a modo suo”, aggiungono i Selton.

L’uscita del disco è stata preceduta, a inizio aprile, da un azzeramento dei profili social della band, seguito da nuovi post con un denominatore comune: il colore verde. È lo stesso che riempie la copertina monocolore, opera di Eduardo Dudu Stein Dechtiar, bassista e artista grafico della band. Perché un unico colore? La risposta è semplice: il focus di questo disco vuole essere la musica, non la grafica o altre immagini che possano distrarre l’ascoltatore dal contenuto dell’album. Inoltre, una particolarità di questo disco è la collaborazione con Bruno Munari, artista e designer milanese, i cui Occhiali Paraluce (disegnati nel 1953) sono in omaggio con una delle versioni del disco in vinile. Ma questi occhiali presentano una piccola modifica rispetto agli originali: sono infatti caratterizzati da una striscia di acetato che colora il mondo di un verde “gringo”. Un invito a mantenere uno sguardo straniero, esterno, per conservare lo stupore di fronte alla realtà.

Gringo Vol. 1 è un disco ricco di serenità e malinconia, un viaggio dove nove tracce ci trasportano, con una naturalezza inaspettata, dal Brasile a Milano, dove il trio vive da diversi anni. L’alternarsi di voci che cantano in italiano e in portoghese non è mai forzato, anzi, pur non conoscendo il portoghese, a me è sembrato quasi di intuire il significato delle parole, senza troppi sforzi. Il disco è stato preceduto dall’uscita di tre singoli. Esattamente un mese prima del rilascio del disco, il 10 aprile, sono stati resi disponibili i brani Fatal e Mezzo Mezzo

Mezzo Mezzo a me ha lasciato una sensazione di serenità, anche se le parole sono ricche di una nostalgia di un qualcosa lasciato a metà, forse una storia d’amore inconclusa. Anche la lingua in cui si canta è un “mezzo mezzo”: metà italiano, metà portoghese. Mi ha colpito l’allusione al Ponte Vecchio sul Brenta, a Bassano del Grappa: un riferimento inaspettato, da parte di una band brasiliana che vive a Milano. Fatal è un messaggio contro lo stress quotidiano e la fretta che caratterizza tante persone. I Selton dedicano la canzone ai loro amici più frustrati, sull’orlo del burnout. Da amante dei toni molto bassi, la profondità della voce che dice “Fatal” è stata la parte che mi è piaciuta di più di questa canzone fatta di tanti risvolti inaspettati. Il finale è un coro che dice “cuando una ola se va, llega otra en su lugar”: è stato registrato insieme al pubblico nell’installazione di Casa Lana di Ettore Sottsass durante Everything Everywhere All At Once, la festa per i 100 anni della Triennale.

L’altro brano che è stato rilasciato anticipatamente (il 24 aprile) è Sangue Latino: una cover dell’omonimo brano pubblicato nel 1973 dalla band Secos & Molhados, la cui voce principale era Ney Matogrosso, icona della musica brasiliana. Ed è proprio Ney Matogrosso a cantare insieme ai Selton in questa nuova versione italo-brasiliana, a cinquant’anni di distanza. I Selton commentano: “La voce di Ney Matogrosso è come una benedizione per noi che siamo cresciuti con la loro musica che risuonava nelle casse del salotto di casa. Si capiva che quella voce così particolare arrivava da altri tempi, da un’altra generazione, ma in qualche modo non ha mai smesso di suonare attuale, urgente. L’idea di adattare il testo in italiano è venuta in sogno a Ramiro e così ne abbiamo realizzata una nostra versione anche per confermare la leggenda che i sogni a volte diventano realtà”.

Lascio a voi il piacere di scoprire gli altri brani. Faccio solo una menzione speciale a Calamaro Gigante, una traccia un po’ atipica, che mi ha fatto vedere i brividi. È la storia di una sorta di mostro marino, una sorta di rappresentante della natura, che osserva gli umani dal profondo delle acque e li vede come cibo, possibile nutrimento. Questi umani sono migranti, persone innocenti. Comincia quindi un dialogo interiore nella mente del calamaro, che ripete di avere fame, ma si rende conto che questi umani sono “già belli disperati così […] sarebbe forse stato più giusto mangiare qualcuno di quelli che il vostro futuro l’ha mangiato cent’anni fa”. Il brano è tutto dialogato, una sorta di flusso di pensieri del calamaro: “la mia natura è questa e devo sfamarmi, così come la vostra natura è quella che vi ha portato a ad attraversare il Mediterraneo.” Alla fine, il mostro marino non si sazia, e benché stia tradendo la propria natura, decide di non mangiare questi umani disperati, di lasciarli andare, forse “per pena, per tifoseria”. Per chi volesse sentirli dal vivo, sabato 25 maggio i Selton parteciperanno al festival milanese Mi Ami, sul palco Champion. Dopodiché voleranno in Brasile per una breve tournée che farà tappa a Rio De Janeiro, San Paolo e Porto Alegre, per rientrare in seguito in Italia e proseguire con gli appuntamenti nei festival estivi.

Tracklist:
01. Sangue Latino (feat. Ney Matogrosso)
02. Calma Cara
03. Fatal
04. Café Pra Dois
05. Mezzo Mezzo
06. Calamaro Gigante
07. Maresia
08. Loucura (feat. Marco Castello)
09. Tears in the Swimming Pool


Photo © Simone Biavati