R E C E N S I O N E


Recensione di Alessandro Tacconi

Così Daniele Sepe, Capitan Capitone per gli amici, s’invola nuovamente verso il Sudamerica, grazie a un contributo collettivo di crowdfunding (e non è la prima volta).
Più volte in questi anni il nostro è approdato a quelle latitudini omaggiando di volta in volta il musicista e compositore cileno Victor Jara con l’album Conosci Victor Jara (2000), di cui ha realizzato anche una versione live nel 2007, poi il tenor sassofonista argentino “gattesco” Gato Barbieri con l’album The Cat With The Heat (2019).
Il ritorno in Sudamerica avviene per ricordare il golpe cileno del 1973 sull’onda delle parole di poeti e cantautori come Pablo Neruda, Atahaulpa Yupanqui, Silvio Rodriguez, Rafael Hernandez Marin, Ariel Ramirez, Felix Luna e ovviamente Victor Jara. Con loro si percorre il continente da nord a sud: da Cuba a Portorico, dal Cile all’Argentina, facendo una capatina anche nel centro e sud Italia.

È da rilevare come il booklet riporti la versione originale dei testi e la loro traduzione in italiano, anche per il brano in napoletano Canzone per Jara cantato da Enzo Gragnaniello ed Emilia Zamuner, cosicché l’ascoltatore sia aiutato nella comprensione delle parole.

E allora iniziamo dall’ultima canzone di Poema 15: Italia bella mostrati gentile. Come scrive Daniele Sepe si tratta di un brano toscano proposto in salsa afro. La bravissima cantante Ginevra Di Marco ci delizia perfino con l’elisione della “c” in pura nuance toscana. Sepe interviene poi con piglio sardonico a protestar i diritti dei lavoratori nei confronti del padrone.
E adesso il principio. L’intro Poema 15 1’1’’ con chitarra acustica ci fa atterrare in modo poetico nelle latitudini sudamericane cui segue El Aparecido di Victor Jara dedicata a Che Guevara: “La sua testa è circondata / Da corvi dagli artigli d’oro / come lo avesse crocifisso / la furia dei potenti”. È un interessante latin rock con la chitarra elettrica cui fanno da controcanto la dolce voce di Emilia Zamuner e quella del flauto del leader.
Sueño con serpientes ci ammanta con una melodia e un arrangiamento molto dolce e corale, nonostante il testo di Silvio Rodriguez sia piuttosto crudo: “Quello alla fine mi inghiotte, / ma mentre attraverso il suo esofago / Penso a cosa potrei mai fare / e pianto nel suo stomaco con un verso una verità”.

Quando Daniele Sepe chiama può contare su di un nutrito numero di amici musicisti e cantanti, che di per sé occupano un terzo di questa recensione, ma è più che doveroso menzionarli tutti: alle voci Emilia Zamuner, Ginevra Di Marco, Sandro Yoyeux, Paolo Romano “Shaone”, Enzo Gragnaniello; ai cori Rubina Della Pietra, Cristian Vollaro, Antonio Valentino, Marcello Squillante, Antonello Iannotta; Facundo Quënse alla quena e Daniele Di Bonaventura al bandoneon; Vincenzo Racioffi al charango, cuatro e mandolino; Francesco Scelzo e Roman Gomez alla chitarra classica; Sandro Yoyeux alla chitarra acustica, Franco Giacoia e Alessandro Morlando a quella elettrica; Peppe Cozzolino all’Hammond, Peter De Girolamo a sinth e Rhodes, Piero De Asmundis al pianoforte e Rhodes; Massimo Moriconi basso fretless, Massimo Cecchetti a quello elettrico; Aldo Vigorito e Massimo Moriconi al contrabbasso; Robertinho Bastos a congas e percussioni, Antonello Iannotta bombo e percussioni; Massimo Del Pezzo e Daniele Chiantese alla batteria; e ovviamente Daniele Sepe al sax soprano, alto e tenore, flauto, flauto dolce e basso, quena e voce.

Con Piedra Y Camino il caldo sax tenore di Daniele Sepe, qui anche alla voce, apre le danze e veniamo condotti in un cortile dove vediamo un gran numero di coppie danzare. Percussioni e chitarra forniscono un delizioso tappeto sonoro alla melodia del brano.
Poema 15, che è pure il titolo dell’album, prende spunto dai versi del premio nobel Pablo Neruda: “Lascia che ti parli nonostante il tuo silenzio / chiaro come una lampara, semplice come un anello. / Mi sembri come la notte silenziosa e stellata. / Il tuo silenzio, come di un’altra stella / così distante e semplice”. Il senso di questo brano è la misura, la sospensione, il sospiro che attende la frase seguente appena dichiarata musicalmente e vocalmente.

Dobbiamo rilevare, a chiusa di questo pregevolissimo ascolto, come il pantagruelico Daniele Sepe, così avvezzo a cocktail musicali trans-generici, (quasi) tutte le volte in cui è approdato in questo continente sia stato molto rispettoso delle forme musicali locali.

Tracklist:
01. Poema 15 (Intro)
02. El Aparecido
03. Sueño con Serpientes
04. Confians
05. Piedra Y Camino
06. Poema 15
07. Lamento Borincano
08. Canzone per Jara
09. Alfonsina y El Mar
10. Italia Bella Mostrati Gentile

Photo © Natalino Russo