R E C E N S I O N E


Recensione di Paola Tieppo

Parafrasando un famoso pittore surrealista, che mi piace tanto: “Questa non è una recensione”. Beh in effetti… sì lo è, però è anche contemporaneamente il report di un concerto… anzi di un “concetto”, come viene definito dall’attore Alessandro Bergonzoni nelle note di copertina dell’album in questione. La spiegazione è che sto per raccontare un lavoro discografico che trova la sua perfetta realizzazione nell’esecuzione dal vivo, cioè un’esposizione multimediale dove le arti coinvolte sono necessarie l’una all’altra per arrivare al risultato prefissatosi dagli autori. Si prenda un pianista e compositore poliedrico, che sappia spaziare con disinvolta maestria dalla musica classica a quella moderna, dal jazz alla sperimentazione, e lo si accosti ad un celebre fotografo dedito a sua volta alla sperimentazione e alla ricerca, ovviamente con le immagini, da sempre appassionato di musica e da anni ormai presenza fissa nelle rassegne più importanti, jazz in particolare, e si otterrà Inquadratura di composizioni.

Pubblicato, dopo circa un anno di gestazione, alla fine di marzo 2024 da Tuk Art, sezione della Tuk Music dedicata alle forme del figurativo, il progetto nasce dall’incontro personale avvenuto fra Emanuele Sartoris, il pianista, e Roberto Cifarelli, il fotografo, grazie al comune amico giornalista e conduttore televisivo Massimo Bernardini. Un’intesa immediata fra i due, entrambi alla ricerca di qualcosa che andasse oltre la propria forma di espressione artistica, ha portato Emanuele alla composizione dei dieci brani presenti nell’album, attraverso due distinti processi creativi. Da parte sua, Roberto non si è limitato ad abbinare e realizzare scatti che rappresentassero quelle note, anche con nuove tecniche e tecnologie tipo l’intelligenza artificiale ed il drone, ma ha raggruppato parte delle sue numerosissime foto secondo tematiche ben precise e parzialmente concordate; inoltre ha aggiunto ‘rumori e parole’. Nel concreto: quattro brani sono scaturiti dalla mente di Sartoris ed in seguito Cifarelli vi ha collegato le immagini ritenute adeguate a descriverli, mentre in altri quattro l’input è arrivato dal vulcanico fotografo che ha sottoposto determinate stampe, con un comune denominatore, all’eclettico pianista che ha scritto musica apposita a dar loro la conformità sonora. Non solo: il progetto annovera, oltre ai suddetti otto brani ben definiti da prima della registrazione, due improvvisazioni che si sono delineate per la prima volta in fase di incisione, presso il prestigioso Studio Artesuono di Stefano Amerio, quando Roberto ha sottoposto ad Emanuele dei soggetti fotografici a sorpresa su cui appunto improvvisare seguendo le emozioni suscitate nel momento stesso della visione. Il prodotto fisico finale consta di un cd ma anche di un’edizione deluxe a tiratura limitata e numerata comprendente il vinile e dieci riproduzioni delle immagini protagoniste, in confezione di cartone formato pizza, da un’idea di Cifarelli. Entrambi i supporti sono dotati di QR code per condurre ad indispensabili contenuti esclusivi audio e video. Sperando sia ora palese l’importanza della fruizione dal vivo, ammetto che prima ancora di ascoltare tutto il disco, ho avuto l’opportunità di assistere, invitata insieme a pochi altri fortunati, alla prima rappresentazione presso quel “paese delle meraviglie” che è l’Atelier Atmysphere di Roberto Cifarelli, teatro della scintilla artistica fra i due.

Cercherò a fatica di non svelare proprio tutto quanto i miei sensi hanno percepito in quell’occasione, perché davvero questa ‘recensione non recensione’ vorrebbe essere uno stimolo ad approfondire live, ma piuttosto di descrivere il progetto nella sua interezza, anche se, lo so, sarà difficile poiché molto è rimasto nella mia mente, impresso come le splendide immagini di Roberto e le sue apprezzatissime spiegazioni.

Nonostante io non abbia voluto distrarmi prendendo appunti, per ovvi motivi, ho particolarmente gradito la dolcezza pianistica ne Il Tempo, a momenti accompagnata ed in altri contrastata dal ticchettio di un rumoroso orologio di Emanuele, preciso e regolare come un metronomo, ambedue simboli del “tempo che scorre inesorabile”, come egli mi ha sottolineato, ed ‘illustrata’ da suggestive immagini di orologi di ogni epoca e pianoforti spesso assemblati come un unico strumento in ambientazioni molto scenografiche, e in Zefiro, pregno di passione, dove il soffio del vento omonimo ha risvegliato in Roberto un ricordo di famiglia profondo come il mare ligure oggetto dell’inquadratura e commosso come nella nostalgia di chi non è più visibile in questo mondo. Entrambi questi brani sono sbocciati dalla sensibilità di Sartoris, come pure Archè, struggente, incentrato sull’anima e a cui Cifarelli ha risposto con parole e scatti a Vitaliano Marchetto, con il quale è nata una grande amicizia, e alle sue sculture, che continuano a vivere attraverso una trasformazione nel tempo con la corrosione dell’acciaio, ulteriore espressione artistica che si intreccia, e Sympatheia che ha facilmente unito la passione di entrambi per il sassofonista Wayne Shorter, mancato lo scorso anno e più volte ritratto da Cifarelli che qui ci mette davvero il proprio cuore… con i suoi battiti!

Andando alle composizioni stimolate dall’obiettivo di Roberto, Riflessioni Sonore è il primo passo compiuto in questo percorso, originato da foto che mi richiamano i giochi geometrici frammentati da un caleidoscopio o le macchie d’inchiostro di Rorschach ed invece sono sovrapposizioni, riflesse e capovolte allo specchio, tanto da diventare alla fine recitate come “Sonore Riflessioni”, a cui le note si adeguano con movimento crescente e vorticoso. Immobile è aperta dalla risata schietta di Cifarelli e ironicamente ispirata ai famosi scatti ‘mossi’, per cui Sartoris ha scritto una composizione particolarmente frenetica. Poi Tredici Note Di Colore in cui, sembra impossibile ma è vero, le immagini sono elaborate con lo stesso numero di colori che corrisponde alla somma delle dodici note musicali della scala cromatica più una pausa che funge da tredicesima nota. Emanuele mi ha gentilmente spiegato che, se il fotografo ha applicato dei filtri alla macchina fotografica, lui li ha applicati alla sua musica, suonando con la sola mano destra, all’insegna del minimalismo tanto caro a Roberto, ed utilizzando per la maggior parte del tempo solo sette note, aggiungendo le restanti verso la fine del brano “per improvvisare, cosa che prima non capita perché fino a quel momento è tutto scritto come se si trattasse di musica classica”. Infine Blue Solitudo, Notturno Op.5 Nr.1 che è stata una sorpresa per me: considerato il carattere romantico ed il fatto che Emanuele aveva già pubblicato nel 2021 un bellissimo album intitolato Notturni, con Daniele Di Bonaventura, pensavo che l’idea creativa fosse partita da lui ed invece è stato Roberto, proponendo il tema della solitudine della notte, a ‘dare il la’ e consentire al
pianista di arricchire, ed integrare, con piacere il suo repertorio precedente con un nuovo pezzo.

A completamento, le due sopra citate improvvisazioni, musicalmente sognanti, che nel live hanno riservato, e sempre riserveranno, una sorpresa ai presenti, diversa ogni volta perché le foto vengono ‘montate’ da Roberto sempre in maniera differente, miscelate e sovraimpresse a scatti estemporanei della performance stessa con lo scopo di stupire se stessi e tutto il pubblico.

L’album si apre e si chiude con il rumore degli scatti fotografici ed io, che avrei voluto essere più breve, non ho saputo e potuto essere altrettanto ‘istantanea’. So solo che, anche questa volta, e con un pizzico di sorpresa in più del mio solito -ma quanto è bello farsi sorprendere!- ho potuto terminare la giornata di quell’avvincente ‘prima’ pensando con gratitudine #eiovadoadormirefelice

Tracklist:
01. Impro 1, nell’ombra della luce (6:07)

02. Riflessioni sonore (7:02)
03. Il tempo 5:25)
04. Arché (7:42)
05. Immobile (3:47)
06. Blue solitudo, Notturno Op.5 Nr.1 (8:30)
07. Tredici note di colore (3:44)
08. Zefiro (6:23)
09. Sympatheia (8:21)
10. Impro 2, dietro lo sguardo (2:44)

Photo © Roberto Cifarelli (1), Paola Tieppo (2-5)