R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Non sono una che ama particolarmente le cover, ho sempre pensato che quando una band inizia a fare cover sia giunta alla frutta, ma per affetto e gratitudine verso il mio gruppo preferito ho deciso di acquistare Danse Macabre, sedicesimo album in studio per Le Bon e soci, ad un anno dall’ingresso nella Rock’n’Roll Hall Fame. Uscito il 27 ottobre, proprio nel giorno del compleanno del frontman, per BMG, nasce come un album pensato per Halloween: una strategia di mercato azzeccatissima, visto che da mesi i Duran Duran stanno girando in lungo e largo gli States con delle date che raggiungono puntualmente il sold out. Copertina rigorosamente nera con delle autentiche foto vintage di sedute spiritiche acquistate all’asta da Nick Rhodes, 13 tracce in totale di cui due del tutto nuove (la titletrack e Black Moonlight), un mashup della loro Lonely in Your Nightmare con Super Freak di Rick James, che diventa Super Lonely Freaks, e dieci tra rivisitazioni di vecchi brani e cover di altri gruppi.

Un po’ mi aveva incuriosito la titletrack, più per il bellissimo video, realizzato, ancora una volta, con l’aiuto dell’IA , che per la canzone in sé, con quell’intro dal synth distorto che, a tratti, ricorda Big Thing del 1988, tanto che, ad un primo ascolto veloce, avevo storto il naso, ma riascoltandola mi sono dovuta ricredere; la parte parlata conferma la passione di Simon per il classic hip hop, come già in White Lines, i cori sono favolosi e nell’insieme il brano ben celebra al meglio la magia e la follia del giorno di Halloween.

Mi sono chiesta da cosa nascesse l’idea di un concept album le cui tracce fossero tutte accomunate da un’aura di mistero, angoscia e paranoie varie e, leggendo tra le righe dei vari comunicati stampa, mi è parso di capire che la cosa sia stata abbastanza casuale, dopo un concerto fatto nel 2022 proprio il 31 ottobre, su un palco addobbato con scheletri e zucche, ma loro, che sono sempre un passo avanti hanno avuto quel guizzo che ad altri è mancato: in tanti si sono avventurati in album di Natale, ma mai nessuno aveva pensato a quanti soldi girano attorno alla festività dei morti e al di là dell’aspetto meramente commerciale, questo è un lavoro davvero bello, con una cura maniacale per il dettaglio dei suoni. Merito anche dei produttori Mr Hudson (già presente nell’ottimo Paper Gods) e Josh Blair, ne apprezzerete la qualità e le molteplici sfumature ascoltandolo con delle cuffie di buona fattura. Andando avanti con le tracce l’indice di gradimento sale vertiginosamente: ad effetto l’apertura con Nightboat, scoppiettante la successiva Black Moonlight, una vera bomba funky prodotta con l’amico di vecchia data Nile Rodgers, che considero personalmente un genio, tutto ciò che tocca diventa hit, e con il mai dimenticato Andy Taylor, per me l’unico e vero chitarrista dei Duran Duran, non si offenda Warren Cuccurullo

Ecco, sebbene Danse Macabre sia un album prettamente di cover, sono talmente stravolte e rivitalizzate da sembrare delle canzoni nuove e in questo Nick Rhodes ha fatto un gran lavoro di synth, creando atmosfere misteriose, l’intro di Secret Oktober 31st è da brividi e finalmente il brano si merita un posto su un album, dopo esser stato per anni il B side di The Union of The Snake, talora con un tocco orientaleggiante, in Paint It Black degli Stones, o di reggae, come in Ghost Town di The Specials, che da canzone angosciosa e cupa, tra lotte sociali e degrado urbano, diventa quasi un motivetto allegro. Love Voudou è addirittura meglio della versione originale, secondo me. Che dire della parte ritmica? Niente che non abbia già detto un milione di volte: John, si sa, è uno dei migliori bassisti al mondo, stimato da tutti i colleghi, e con Roger c’è un affiatamento tale che mi basta sentire due note per riconoscerli al volo; sentire Super Lonely Freak per credere, si trovano a occhi chiusi, e che bello l’assolo di sax di Simon Willescroft, anche lui ormai collaboratore di vecchia data. Questo brano dal vivo spaccherà alla grande. Tutto l’album appare in realtà come una grande festa di Halloween a cui sono stati invitati gli amici più cari e il risultato è una bella scarica di elettricità che si propaga nell’aria: brillante anche la cover di Spellbound di Siouxsie and The Banshees, accattivante quella di Psycho Killer dei Talking Heads, che vede la partecipazione della nostra Victoria De Angelis, con un basso tridimensionale, da antologia, e Simon che tira fuori tutta la sua verve istrionica. In quanto a voce poi sembra messo benissimo, alcune tracce ne esaltano l’inalterata freschezza, ad esempio Confessions In The Afterlife: se non lo conoscessi da una vita potrei pensare sia la voce di un ventenne, non di uno che ha appena compiuto 65 anni!

La colonna sonora per questo 2023 è pronta, non vi resta che acquistarla e godervela, per il resto che non vi venisse mai più in mente di chiamarli boy band: nessuno entra nella Rock’n’Roll Hall Fame se non è in grado di padroneggiare i suoi strumenti e di tenere il palco dopo 40 anni di carriera.

Tracklist:
01. Nightboat 
02. Black Moonlight
03. Love Voudou
04. Bury A Friend
05. Supernature
06. Danse Macabre 
07. Secret Oktober 31st
08. Ghost Town 
09. Paint It Black
10. Super Lonely Freak
11. Spellbound

12. Psycho Killer ft.Victoria De Angelis
13. Confessions In The Afterlife