BAD RELIGION

Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Per noi che professiamo la religione della Musica i compleanni vanno festeggiati, specie quelli importanti, e così a migliaia i fedeli si sono raccolti davanti alle transenne del Magnolia per brindare ai trent’anni di Suffer, pietra miliare del hardcore melodico.
Tra un panino alla salamella e una birra, ci facciamo strada tra creste all’insù e visi tatuati per guadagnare il pit. Pubblico molto variegato, dai discepoli di sempre a giovani adepti che nel 1988 non erano neanche nati e, a vederli, penso che forse c’è ancora una speranza di salvezza per le nuove generazioni.

ROS

Aprono il concerto i Ros, gruppo scoperto da X-Factor: in molti ci siamo chiesti cosa avessero da spartire con i Bad Religion e, probabilmente, negli anni caldi del punk li avrebbero riempiti di insulti e sputi solo per la colpa di aver partecipato ad un talent show, e invece, lo confesso, hanno tenuto bene il palco, non si sono fatti tradire dall’emozione di suonare davanti a un grande pubblico e in apertura ad un gruppo leggendario, sebbene sarebbe stato comprensibile data la giovane età.
Camilla, la cantante e chitarrista, ha pure un bel carisma e un visino carino alla Blondie, con i suoi capelli fucsia attira tutti gli sguardi, anche quelli più scettici, sembra una gattina, ma quando inizia a cantare si trasforma in tigre, proponendo i brani che stanno portando in tour negli ultimi mesi, come Rumore, ma in una veste più rock e con un ritmo incalzante: il batterista si dà un gran da fare a picchiare sui tamburi, mentre il bassista assume il ruolo di bello e tenebroso, un po’ in disparte e poco illuminato.

ROS

I tre riescono alla fine a strappare gli applausi anche dei punkers più ortodossi: esame di maturità superato.
Tra uno show e l’altro intravedo nel parterre la nostra Dottoressa
Transennologa che va a caccia di vip da “curare”: stavolta i malcapitati sono Paletta dei Punkreas e Andrea degli Andead.
Sul palco intanto fa la sua comparsa il telone con il logo classico della band californiana, la croce barrata messa dietro la batteria; in lontananza fa capolino il cappello bianco di Mike Dimkich ad indicare che la celebrazione sta per iniziare.

Dopo un paio di minuti, infatti, Greg e soci salgono in cattedra con la solita grinta, pronti a darci l’ennesima lezione di storia, perché, in fondo, si sa che la scuola non finisce mai.
Scaletta da paura, con ben trentacinque brani, suonati uno dietro l’altro ad una velocità pazzesca, manco fosse una maratona; davanti al palco il macello con gente che poga selvaggiamente quasi non ci fosse un domani e i più esperti che fanno il crowdsurfing: vedo Paletta passare diverse volte sulle teste delle persone ed essere buttato al di là delle transenne.


Le pause tra un pezzo e l’altro sono davvero brevi, giusto il tempo di ringraziare il pubblico italiano per il suo calore e la bellissima accoglienza.
La combriccola, composta da Mike, Greg Graffin alla voce, da Brian Baker sull’altra chitarra, Jay Bentley al basso e il vulcanico batterista Jamie Miller, sembra avere inesauribili energie, a dispetto dell’età anagrafica, da fare quasi invidia ai ventenni sfasciati da ettolitri di birra che vedo passare davanti ai miei occhi.
Il momento più bello arriva quando, nella seconda parte dello show, sento intonare il celeberrimo riff di chitarra di American Jesus, con la sua melodia da ballata celtica: gli anni ’90 sembrano così vicini e, invece, ne abbiamo fatta di strada, persi lungo i sentieri della vita, ma con la stessa immutata fede nella Musica, che, forse, non potrà cambiare questo mondo marcio, ma almeno le nostre esistenze sì.
Lunga vita al punk, siano lodati i Bad Religion.

Setlist della serata:
01. Overture
02. Sinister Rouge
03. Fuck you
04. Change of ideas
05. 21st Century (Digital Boy)
06. Wrong Way Kids
07. I Want to Conquer the World
08. The Handshake
09. Recipe for Hate
10. Anesthesia
11. Generator
12. Supersonic
13. Prove it
14. Can’t Stop it
15. Infected
16. Dearly Beloved
17. Fuck Armageddon…This is Hell
18. You
19. Sorrow
20. American Jesus

Encore:
01. You Are (The Government)
02. 1000 More Fools
03. How Mouch is Enough?
04. When?
05. Give You Nothing
06. Land of Competition
07. Forbidden Beat
08. Best for You
09. Suffer
10. Delirium of Disorder
11. Part II (The Numbers Game)
12. What Can You Do?
13. Do What You Want
14. Part IV (The Index Fossil)
15. Pessimistic Lines

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