L I V E R E P O R T
Articolo di Giacomo Starace
Il 1° dicembre, la solita Milano piovosa e autunnale ha accolto una figura artistica che è impossibile da definire e rinchiudere sotto l’etichetta di rockstar di tempi passati e ormai finiti: Patti Smith, la sacerdotessa del rock, invitata a un evento gratuito e ristretto facente parte dell’insieme di serate che introducono la prima del teatro La Scala. Grande appassionata di arte, letteratura e ovviamente musica, la Smith ha sottolineato più volte la gratitudine per essere stata invitata a un evento legato al teatro milanese. Accompagnata sul palco dalla figlia Jesse Smith al pianoforte e da Tony Shanahan al basso e alla chitarra, ha eseguito alcuni dei suoi pezzi più famosi e delle brevi letture attorno ai temi amore e arte.
Non credo ci sia bisogno di presentare Patti Smith, figura eterna della storia del rock e della musica tutta, classe 1946, con la lunga chioma di capelli bianchi segno del tempo che passa, ma che non ha intaccato la passione, l’energia e la voce di quest’artista spettacolare.
Una volta salita sul palco, è apparso lampante il perché sia nota come la sacerdotessa del rock: lì nella penombra, dietro al microfono, la posa ingessata, lo sguardo fisso, le mani incrociate sul davanti.
Poi, dopo poche parole di ringraziamento e di saluto, le prime note.
Le mani iniziano a muoversi, leggere, lente, ipnotiche come la sua voce.
Una voce melliflua, seducente e dolce allo stesso tempo.
Un’anima forte, ancora piena dell’impeto di una volta.
Un cuore gentile, pieno di gratitudine e voglia di comunicare agli altri la bellezza.
La serata non può essere descritta come un concerto rock, è stata un momento molto intimo di condivisione nel quale l’artista ha espresso il suo amore per la vita e per il mondo, raccontando di quando ha visto, proprio a La Scala, Maria Callas interpretare la Medea di Pasolini (leggendo dal suo libro Year of the Monkey), della contentezza di portare la figlia alla Prima del 7 dicembre, mostrando l’indomita voglia di migliorare il mondo con due accorati appelli (rivolta soprattutto ai giovani) alla sensibilizzazione verso le tematiche ambientali e alla necessità di educare e ricordare il flagello dell’AIDS, malattia che non è legata solo agli anni 80 (proprio l’1 dicembre ricorre la Giornata Mondiale contro l’AIDS), ma è presente anche adesso e che porta via amici e persone care da ricordare e portare nei propri cuori (obbligato il riferimento a Robert Mapplethorpe, figura estremamente importante per la vita artistica e privata di Patti Smith).
Non mancano i riferimenti al suo affetto per l’Italia con la lettura di due poesie: The boy who loved Michelangelo e la traduzione in inglese di Solo et pensoso di Francesco Petrarca.
Il trittico di brani che ha chiuso la serata ha visto l’apice di quella che è stata un’esperienza rasente il campo della spiritualità, con la Smith a incitare il pubblico in piedi sulla cassa spia con il microfono teso verso la platea sul ritornello dell’immortale Because the Night, non riuscendo a stare ferma in una posizione nel culmine di Gloria: in Excelsis Deo, che ha rappresentato il momento più alto del personale rito officiato dalla sacerdotessa del rock, assorbita completamente e con tutto il pubblico che, abbandonati i seggiolini, si è spinto ai suoi piedi, continuando a cantare anche a concerto finito, mentre i tecnici smontavano la strumentazione, l’immortale verso People have the power.
Milano continua a essere bagnata dalla pioggia, il freddo continua a entrare nelle ossa, ma il cuore è fremente e caldo, grazie alla magia espressa da Patti Smith, un monumento della musica di tutti i tempi.
SETLIST
Wing
Grateful
My Blakean Year
Reading (Year of the Monkey)
Dancing Barefoot
Reading (Dear God)
Beneath the Southern Cross
Reading (Solo et pensoso)
Mother Nature’s Son
After the Goldrush (Neil Young)
Reading (The boy who loved Michelangelo)
Love Is All We Have Left (U2)
Reading (Reflecting Robert)
Pissing in a River
Because the Night
Gloria: in Excelsis Deo
Grazie a © Giovanni Daniotti per l’immagine e a Duca Simakiku per il video
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