R E C E N S I O N E


Recensione di Nadia Cornetti

Devo molto a Morgan: lui e i “suoi” Bluvertigo mi hanno fatto tanto bene ai tempi del liceo, quando scoprivo la musica italiana figa, quella che devi andarti a cercare, quando ogni giorno mi recavo a scuola nella “loro” città, Monza – ironia della sorte, proprio nello stesso liceo che anche Marco Castoldi frequentò. Ma anche quando, nei pochi momenti liberi dalle versioni tradotte con l’aiuto (e l’intralcio) del malefico Rocci, con poche mie compagne di classe un po’ nerd vagavo per la compianta Ricordi, cercando quei musicisti che ancora non avevo capito quanto fossero geniali. Avevo già capito, però, che non li avrei mai scordati

Da lì è passato molto tempo, molte cose sono accadute nel mondo dello spettacolo, e Morgan ne è spesso stato protagonista. Ma non siamo qui per parlarne. Mi preme però, di tutto il tempo trascorso, ricordare un punto focale: quel Marco Castoldi anima eclettica del progetto Bluvertigo, ragazzino prodigio devoto alla dea Musica, ed emblema di quello che significa credere in sé stessi e abbattere le maledette convenzioni sociali, è sempre stato solito prendere le opinioni altrui, il comune buonsenso e i giudizi, e polverizzarli. Per continuare imperterrito nella direzione decisa, benché impopolare. E questo non ha mai smesso di farlo, neppure ora.

A quattro anni dall’ultimo album solista, La Musica Seria (in cui riarrangiava alcuni capolavori della musica classica), ma a ben 18 anni dall’ultimo disco di inediti, “Da A ad A”, è uscito lo scorso 23 febbraio per Incipit Records e distribuito da Egea Music Sì, certo, l’amore, il nuovo lunghissimo EP (40 minuti totali) nato dalla collaborazione di Morgan con lo scrittore, poeta e paroliere Pasquale Panella: un prodotto, questo, che anticipa il vero e proprio album …E quindi insomma ossia, di prossima pubblicazione.

L’EP contiene due brani che, però, diventano otto, poiché il pezzo che gli presta il titolo è declinato in sette differenti arrangiamenti, contro ogni logica commerciale. Appena scoperta questa sua curiosa struttura ho subito avuto un’impressione (e scommetto che non si tratta solo di un’impressione): che Morgan, forse, abbia voluto dare la dimostrazione di come un vero musicista debba essere in grado di comporre numerose – se non infinite – varianti di uno stesso tema? Per merito di un’amica, che ringrazio, ho da poco scoperto che un’operazione simile, ma in ambito letterario, era stata realizzata molti anni fa dallo scrittore Raymond Queneau con il suo Esercizi di Stile, una raccolta nella quale viene proposto ai lettori uno stesso semplice racconto rivisitato in ben 99 stili letterari differenti.

Torniamo al nostro ascolto, e partiamo dalla versione regolare del pezzo: si tratta di un brano elettronico, rock, melodico, insieme, dove vocalmente Morgan spazia tra le ottave, nel cielo e negli inferi delle armonie, inserendo improvvisamente quegli spiazzanti stacchi ritmici e vocali che i conoscitori dei suoi Bluvertigo ben conoscono e adorano. Il testo è interamente dedicato all’amore, ovviamente; vi confesso, a tal proposito, che normalmente le canzoni sull’amore mi provocano un certo fastidio, ma sto iniziando a  dismettere un pochino questa mia pratica da Grinch: ho da poco constatato che, come in questo caso, si può parlare d’amore e citarlo in maniera tutt’altro che banale, e talvolta – cosa molto interessante – senza riferirsi nemmeno all’amore umano (penso, a tal proposito, alla meravigliosa I love You dei Fontaines D.C.: ascoltatela e approfonditene il significato, se non l’avete ancora fatto).

Veniamo ora alle varianti: persino l’Intro dell’EP, maestosa e carica di attesa, rende omaggio al brano: Sì, certo l’inizio ci prepara a un ascolto orchestrale, ma lascia anche molta sorpresa, accompagnandoci verso le prossime variazioni sul tema: dalla versione orchestrale rinominata Sì, certo l’Orchestra, all’adattamento new wave, e ancora alla virtuosa Sì, certo l’amore – Elastic Brass, per concludere con una robotica, folle e psichedelica versione Post Atomic. Tutto ciò e altro ancora prima di passare oltre gli esercizi di stile, e proporci il meraviglioso secondo inedito Non + tu, un brano molto fresco e vintage nello stesso tempo, frutto della scrittura sapiente e poetica di Panella e dell’amore viscerale di Morgan per il cantautorato e per l’armonia: un inedito che, certamente, si presterebbe meno bene a diverse interpretazioni, poiché l’ho trovato molto più pieno e completo rispetto al compagno multiforme.

Morgan rimane insomma lo stesso, arricchito da esperienze, successi, fallimenti, ma soprattutto tanta tanta pratica e dedizione, come egli sostiene e ha sempre sostenuto. Voglio concludere a tal proposito con queste sue parole, che spiegano molto di più di qualsiasi giudizio altrui, quello che sono l’Artista Morgan e il suo fare musica: “si tratta di una condizione regolare e non intermittente. Concepire in questo modo il lavoro della creazione progettuale di musica […] mi porta a realizzare ciò che davvero desidero; e non per forza si tratta di qualcosa di ufficiale o di commissionato o di obbligatorio contrattualmente, anzi è l’esatto contrario, ossia quel che faccio nessuno mi ha chiesto di farlo… (La gente) non ha idea della fecondità che mi investe, da cui sgorga una copiosità di oggetti davvero incontenibilmente accumulati in oltre quindici anni di artigianato musicale svolto tutti i giorni con regolarità, anzi, abnegazione stacanovista”. Finalmente possiamo tornare a parlare di Morgan per quello che Morgan è e per cui vuole essere ricordato: un autore di musica che non si scorda.

Tracklist:
01. Sì, certo l’inizio
02. Sì, certo l’amore – Radiophobic
03. Sì, cero l’amore
04. Sì, certo l’orchestra
05. Sì, certo l’amore – Elastic Brass
06. Sì, certo l’amore – New Wave
07. Sì, certo l’amore – Post Atomic
08.
Non + tu