Le contiamo sulla punta delle dita: 5 domande ai nostri artisti, il tempo di batter 5 et voilà, in 5 minuti le risposte.
Intervista di E. Joshin Galani
Con infinito piacere parliamo di un libro,”Il cantautore va a Santiago!” di Orlando Manfredi, narrazione del Cammino di Santiago, dove c’è musica, incontri e l’anima a nudo.
Ne abbiamo parlato un paio di anni fa in occasione dell’uscita del tuo disco “From Orlando To Santiago” che hai portato in tour sia come concerto che come spettacolo teatrale. Ora è finalmente uscito il tuo libro, un’esperienza talmente intensa quella del cammino che ha avuto bisogno di essere metabolizzata anche su pagina. Con la pubblicazione del libro si chiude un cerchio?
Certamente sì. E a proposito di circolarità, il cerchio può calzare a pennello su questo progetto, in cui il Cammino di Santiago, intrapreso con una piccola chitarra, passa dall’essere Esperienza ad essere Arte (con lo spettacolo “From Orlando to Santiago” ma anche con le canzoni dell’album musicale omonimo), e torna ad essere Esperienza, narrata nelle pagine de “Il cantautore va a Santiago!”. Tuttavia, il fatto di trasformare tutto in un libro non era stato programmato dall’inizio: probabilmente avevo l’impressione che fare un disco di canzoni originali attraverso l’esperienza del Cammino fosse un compito già abbastanza titanico! Ma poi, da commenti e suggerimenti degli spettatori, ho capito che il progetto aveva una sua (intrinseca) vocazione letteraria ed ho deciso di assecondarla. E così, ecco il libro.
Questo spiega anche il fatto che siano passati due anni dalla pubblicazione del disco a quella del libro? In quali circuiti pensi possa essere valorizzato e, oltre che on line, dove sarà reperibile?
Dopo varie stesure c’è stata la lunga ricerca editoriale e, una volta trovato l’editore giusto, i tempi della programmazione. Rispetto al contesto in cui proporsi, sono anni che mi esprimo a cavallo tra musica, teatro, scrittura. Dunque, mi trovo perfettamente a mio agio anche nell’ambito dei festival letterari o delle librerie, che sono ancora l’habitat per eccellenza del libro, almeno se si parla delle tante librerie indipendenti che, miracolosamente, resistono. Poi, di qui a trovare un oggetto letterario un po’ “alieno” come Il cantautore va a Santiago! in ogni libreria, ci passa il mare. Ma vale ancora la disciplina antica della tenacia: se lo chiedi in libreria, se fai sentire che il libro esiste e che può trovare compagni di strada, allora il libro inizierà ad essere preso in considerazione.
Come accompagni il lettore in questa avventura racconto?
Assumendo a dominio narrativo in tutto e per tutto il mio punto di vista e, soprattutto, il mio ruolo. Cioè quello del cantautore. Quello che si racconta è il Cammino di Santiago con gli strumenti del cantautore. E’ il viaggio di un artista in crisi che tenta di sconfiggere la Crisi Globale con il fattore umano. Cercando cioè di rintracciare decine, centinaia, migliaia di crisi personali da empatizzare, da raccontare, da sdrammatizzare.
Qual è ora la visione della “Crisi Globale” che hai citato come motore di partenza per intraprendere questo cammino?
E’ la stessa che ho scoperto e incontrato sulle mie gambe, lungo il Cammino. E’ una Crisi che incancrenisce quando la sua narrazione vive di numeri, di astrazioni, di fantasmatiche competitività (che in realtà sono meccanismi di alienazione), di bolle speculative, di spread. Quando la Crisi s’incarna in facce, storie, reazioni ha già passato il guado. E’ già diretta all’altra sponda, verso la guarigione.
Chi dovrebbe leggere questo libro?
Viaggiatori del corpo, della mente, del desiderio. insomma, tutti.
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