R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Pedron

Cristian Marin (Tradate, 12-9-1976) è uno dei chitarristi più poliedrici e fantasiosi in circolazione. A 16 anni la decisione di intraprendere gli studi classici al Conservatorio dove si diplomerà nel 2004 in Componimento Superiore di chitarra classica 10° anno presso il Conservatorio Statale G. Nicolini di Piacenza. Ha studiato chitarra, armonia e storia della musica. Collabora stabilmente con il M° Emanuele Segre con il quale coordina una Masterclass dal 2004. Intensa è la sua attività di insegnamento: Jardin Musical di Lugano, Bellinzona, Morbio (CH) dove è docente di chitarra classica, moderna, armonia e teoria musicale e dove coordina il corso per band e musica d’insieme; al Liceo Civico Musicale R. Malipiero di Varese è titolare della cattedra di chitarra classica; al Mondo Musica di Varese è invece docente di chitarra moderna e classica, inoltre è Commissario Esterno durante gli esami di chitarra classica presso il Conservatorio G. Verdi di Como.

Intensa è anche la sua attività concertistica ed attualmente fa parte di numerose formazioni tra cui i Bad Wine (un duo di chitarre con Massimo Beretta), i Jefferson Cleaners (quartetto con Massimo Beretta, Francesco Onidi e Roberto Ragazzo), i Fade No More Tribute Band con Walter Bianchi, Davide Faccio, Luciano Lupi e Marco Mambretti, gli Steel & Voice con Miriam Arnaboldi ed il Cristian Marin Trio con Massimiliano Varotto e la contrabbassista Francesca Morandi.

Dopo due anni di gestazione esce finalmente Shape, un lavoro in cui ogni brano è un mondo a sé, una forma, un’atmosfera, un’emozione.  Otto brani che oscillano dai quasi sei minuti agli oltre nove minuti ciascuno. Un viaggio costante con parti composte e scritte e momenti invece di totale improvvisazione ed interplay. Ogni canzone ha un suo riff, un suo ritmo poi nella parte centrale di ogni motivo i tre musicisti con Cristian Marin alla chitarra, Massimiliano Varotto alla batteria e percussioni varie e Francesca Morandi al contrabbasso elettrico si lasciano andare in elucubrazioni e voli pindarici.

Si parte con Roots – Asili Na Maisha (di oltre 9 minuti) dedicato alla natura e alla sua forma primordiale, con il sottotitolo in swahili che significa proprio “natura e vita”. Un viaggio tra i ritmi e melodie africane ed una batteria tribale, il sole e la marimba con il contrabbasso di Francesca che a metà brano suona con l’archetto per richiamare i canti delle balene.

Groove Added For Hot Morning è un viaggio visionario e psichedelico che gioca su un tema all’unisono di chitarra e trombone suonato dall’ospite d’onore Andrea Andreoli, stacchi ed obbligati riempiono la prima parte in modo destabilizzante. Un brano che nasce, cresce e poi si rompe e si deforma.

The Rest Of Us è una ballata scomposta dove l’ascoltatore può soltanto sognare, immaginare e comporre i pezzi nella sua testa. Sei felice e non lo sai, com’è bello rimbalzare, certo il rischio è sempre alto, ma del resto devi osare!

Smashed Frog (rana fracassata) è un pezzo assai energico, un blues con sonorità rock-funk con una parte centrale libera con interplay, break, improvvisazioni ed un assolo di batteria su un obbligato di 5/4. (cinque quarti)

Hungarian Wind è invece un brano dedicato a Béla Bartòk, compositore, pianista ed etnomusicologo ungherese (1881-1945) con uso di omofonia e polifonia e brevi temi tratti dai For Children (un ciclo ed una collezione di 85 piccoli brani per pianoforte del 1908 e 1909 pubblicati in 4 volumi), musica classica di alto bordo che vengono qui rivisitati e ri-arrangiati da Cristian per trio jazz. Massimiliano Varotto suona il glockenspiel (uno strumento idiofono in origine formato con piccole campane e una tastiera sostenuta da barrette di metallo) creando un’atmosfera decisamente unica nel disco.

Reincarnation Of A Lovebird è invece uno standard di Charles Mingus con ospite Tarcisio Olgiati al sax tenore e dove la libertà d’espressione non ha limiti né confini e si può liberamente improvvisare.

Big Butt Cat (letteralmente un gatto culone, grosso, in sovrappeso come il gatto di Cristian) ha un inizio misterioso con un tema divertente e scanzonato. Three Closed Clams (tre vongole chiuse) è l’ultimo brano del disco dove si respirano le emozioni e le persone come fosse un ritornello che vorresti che non finisse mai con la bravissima Francesca al contrabbasso in evidenza nella prima parte poi Cristian alla chitarra subito dopo.

Brani assai musicali fatti di crescendo e momenti di stasi che nascono si disgregano, si allargano, si allungano per tornare poi al tema centrale e in una forma indefinita.

Un disco strumentale di jazz, free-jazz (avanguardia e musica classica che vanno a braccetto) calibrato, colto, armonioso, piacevolmente tosto!

Tracklist:

  1. Roots – Asili Na Maisha
  2. Groove Added for Hot Mornings
  3. The Rest of Us
  4. Smashed Frog
  5. Hungarian Wind
  6. Reincarnation of a Lovebird
  7. Big Butt Cat
  8. Three Closed Clams