F O T O G R A F I A


Articolo di Stefania D’Egidio

Il Festival della Fotografia Etica spegne quest’anno le dodici candeline, un traguardo importante, visti i tempi turbolenti che stiamo attraversando. Nell’ultimo decennio la manifestazione, nata da un’idea del visionario gruppo Progetto Immagine, è cresciuta sempre più, grazie all’aiuto di partners importanti, attirando l’attenzione non solo degli addetti ai lavori e degli appassionati di fotografia, ma anche di quel pubblico che crede nel potere della cultura di veicolare messaggi importanti. Se all’inizio era un tipo di fotografia commissionato dalle ONG per documentare la loro attività, nel tempo è diventata un modo per raccontare le distopie di questo mondo marcio e, nello stesso tempo, dare un briciolo di speranza attraverso la bella realtà delle tante associazioni di volontariato. Il Festival è un’occasione per fare un viaggio spazio-temporale, non solo in senso figurato, perchè le oltre venti mostre sono dislocate negli edifici storici, nelle chiese sconsacrate e nei giardini della bellissima cittadina di Lodi e, quest’anno, anche nella vicina Montanaso Lombardo, dove troverete i vincitori della call Freedom, la open call promossa dall’associazione Roma Fotografia in collaborazione con la rivista Il Fotografo. Una macchina organizzativa perfetta resa possibile dagli Amici del Festival, gli oltre 350 volontari che si mettono a disposizione del pubblico. La manifestazione partirà il 25 settembre, con le mostre aperte dalle 09.30 alle 21.00, visitabili solo con Green Pass, come da normativa vigente, per concludersi il 24 ottobre: i biglietti vanno acquistati rigorosamente on line, per evitare assembramenti, con uno sconto speciale per il primo weekend e la possibilità di fare abbonamenti. Sono previsti inoltre incontri, workshop e visite guidate con gli autori , che vi sveleranno i segreti dietro ogni foto e, novità assoluta, una Book Weekend dedicata al mondo dell’editoria.

Fiore all’occhiello di questa edizione è la mostra, nello Spazio Approfondimento, di Eugene Richards, tornato a Lodi dopo dieci anni per mostrarci l’Arkansas dal 1968 ad oggi, ma da non perdere anche l’omaggio a Gino Strada, fondatore di Emergency, attraverso gli scatti di Giulio Piscitelli che ha immortalato l’Afghanistan attraverso gli ospedali di Kabul.

Unica conditio sine qua non: indossare scarpe comode e scordarsi del cellulare per un giorno intero, le mostre sono tante, le immagini vanno guardate con calma, leggendo nelle didascalie la storia che c’è dietro, non illudetevi di scorrere tutto velocemente come se foste su Instagram. Se avete assistito alle precedenti edizioni, tornerete volentieri, se è la prima volta preparatevi con lo spirito giusto: le immagini talora potranno sembrare pugni sullo stomaco, vi scuoteranno la coscienza, vi indurranno a pensare alle cose negative, ma anche a quelle positive di questo pianeta malato, passerete una domenica diversa dalle altre e capirete, come dico sempre ai miei amici, che la fotografia non è solo “tette, culi e selfie su isole tropicali”.

Per qualsiasi dubbio o per acquistare i biglietti andate su www.festivaldellafotografiaetica.it