R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Pedron

Ralph Zachary Richard è nato a Scott, Louisiana l’8 settembre 1950 ed è in assoluto uno dei miei musicisti preferiti ed amico tra i più affezionati.

Ardente difensore e promotore della lingua francese ha anche riscoperto, incrementato e valorizzato il popolo dei Cajun e la storia dell’identità Acadiana, in particolare attraverso documentari e la serie televisiva “Cours Batailleurs“, che ha ospitato. Impegnato a preservare l’ambiente naturale in Louisiana e in Canada nel Quebec e nel Nuovo Brunswick, egli sostiene generosamente e dà il suo tempo anche ad una serie di altre cause.

Tra il 1972 e il 2022 (50 anni) ha pubblicato 24 album, una decina di libri storici, di poesia e per ragazzi, rigorosamente in francese.

È stato ed è tuttora uno dei primi musicisti ad integrare musica tradizionale Cajun e Zydeco in un formato musicale contemporaneo. Ha inciso album sia in inglese che in francese.

Attivista culturale, ambientale, collaboratore di numerosi documentari sul popolo cajun, scrittore, poeta, cantante, musicista, fisarmonicista, pianista, chitarrista, paladino ed ambasciatore in tutto il mondo della lingua francese si batte affinché sia la lingua primaria o secondaria (bilingue) nelle scuole della Louisiana e delle terre francofone in Canada.

Ricercatore, studioso, regista, produttore di dischi di altri artisti e di documentari, praticante del birdwatching (inerente l’osservazione, lo studio, l’ascolto e il riconoscimento degli uccelli in natura), buddista, nonché autore di splendide ballate evocative.

New Orleans Review with Dr. John and Willy DeVille, 1994. Courtesy of Zachary Richard

La sua è pura eleganza, un amore per la poesia e non solo. Sebbene sia orgoglioso dei 200 anni della sua famiglia in Louisiana e dei 200 anni che i suoi antenati trascorsero in Canada prima di essere esiliati dagli inglesi nel 1763, si considera un creatore piuttosto che un archivista. La Louisiana e in seguito il Canada e la Francia gli servono più come punti d’incontro per quel che lui definisce “gumbo” (dal nome di una zuppa tipica della Louisiana a base di gamberi, pollo e verdure), una miscela di stili musicali che entrano in quello che Richard chiama cajun, o swamp-rock. Un personaggio che brilla per la sua cultura, la sua semplicità e la sua gentilezza.

Zachary Richard è indubbiamente un umanista, statista, attivista culturale, ambientalista, autore di canzoni esemplari, grande performer e personaggio di grande eccellenza.

50 anni di carriera per un artista francofono che vive tra Scott, Louisiana, la sua città natale e Montréal, Quebec, Canada, la sua seconda casa ed artisticamente parlando la sua seconda giovinezza. 

Assurto a vero e proprio artefice e demiurgo sia del popolo Cajun che di quello Acadien, fino a ricevere numerosi riconoscimenti ufficiali dalle autorità della Louisiana, del Quebec e soprattutto quella di “Officier de l’Ordre des Arts et Lettres” della Repubblica Francese.

Da molti anni però musicalmente parlando Zachary ci ha sorpreso tralasciando spesso la fisarmonica e la musica cajun diventando sempre più una sorta di chansonnier alla francese.

Danser Le Ciel ci fa riscoprire alcune tra le sue più belle canzoni accompagnato da una orchestra da camera con una ventina di musicisti. Il risultato è sorprendente ed esaltante pur essendo al contempo un album al tempo stesso intimista e riflessivo.

Canzoni qui presenti come Travailler c’est trop dur (dal suo secondo LP Mardi Gras per la CBS, Canada, 1977) e L’Arbre Est Dans Ses Feuilles dal suo terzo album Migration (CBS, Canada, 1978) sono piccoli gioielli che luccicano di luce propria.

La Ballade De Jean Batailleur (in apertura), Marjolaine, Cap Enragé, Au Bord Du Lac Bijou sono invece ben 4 brani tratti dal suo splendido ed omonimo album Cap Enragé (Audiogram, Canada, 1996).  Le sue canzoni sono un vento di dolcezza e tenerezza, testi forti e goliardici con musiche sempre importanti ed ispirate. In chiusura l’inedita Danser Le Ciel scritta più di recente per dare il titolo ed il senso all’album.

In Danser Le Ciel, Zachary Richard suona il piano e la chitarra acustica e sono con lui l’eccellente David Torkanowsky al piano, altri elementi della sua band e l’orchestra composta da numerosi violinisti, violoncellisti, un contrabbassista e vari strumentisti al sax, tromba, trombone, tuba, fisarmonica, percussioni. L’orchestra è maestosa e dà lustro alle canzoni di Zachary rendendo l’interpretazione particolarmente sensibile, emozionante e che va dritta al cuore.

With his parents Marie-Pauline and Eddie Richard, 1957. Courtesy of Zachary Richard

Un disco evocativo, dedicato come il titolo alla memoria di sua mamma Marie-Pauline Boudreaux che è deceduta nel 2021 e a cui lui era particolarmente legato. È stata certamente la sua mancanza il motore di questo album che risuona come un dono ad una persona scomparsa ed in cui ha messo tutto il meglio di sé stesso. Non ci sbagliamo se Zachary Richard entra di diritto nella schiera degli artisti importanti come Leo Ferré o altri grandi (francesi) per cui i testi e le parole sono il vero motore. Un album eccellente, sublime, con testi e musiche toccanti, canzoni particolarmente riuscite, solide e piacevoli.

Tracklist:
01. La ballade de Jean Batailleur
02. Au bord du lac Bijou
03. My Louisianne
04. Pagayez
05. Pleine lune en décembre
06. Sunset on Louisianne
07. Marjolaine
08. Cap enragé
09. L’arbre est dans ses feuilles
10. Travailler c’est trop dur
11. Côte Blanche Bay
12. Danser le ciel