500 e altre storie - denise esposito

Articolo di Sabrina Tolve

Ho pensato di fare una pausa dalle recensioni di testi immensi di autori grandiosi, però andati: in parte perché avevo necessità di parlare con l’autore stesso e confrontarmi sui suoi testi (e sarebbe molto bello se potessi farlo con Bataille, o Borges, o Bufalino, ma non credo che una seduta spiritica possa aiutare), in parte perché credo che sia giusto dare visibilità a chi è ancora vivo e vegeto e merita d’essere menzionato.
500 e altre storie di Alessandro Pieravanti mi ha piacevolmente colpito, non che non conoscessi le capacità dell’autore, sia chiaro, però non mi aspettavo dei testi così belli.

Alessandro è batterista, percussionista e una delle voci de Il Muro del Canto[1], una band di Roma ormai nota in tutt’Italia che dovreste conoscere tutti. Se non dovesse essere così, trovate tra le note a pié di pagina maggiori informazioni.
Le storie di Alessandro nascono sul palco, recitate al pubblico e per il pubblico. E la bellezza delle sue storie, raccolte e chiuse in 500 e altre storie, dopo quattro anni di scrittura, è tutta compresa nella tradizione letteraria romana: c’è scetticismo, satira politica e sociale, una descrizione quasi rassegnata degli eventi quotidiani, c’è solitudine e riflessione malinconica, e non manca mai quel disincanto e quello sguardo ironico tipico dell’essere romano. E le storielle – che di fatto sono poemetti in prosa, distici o quarte dal ritmo allungato o spezzettato, in cui non si ruota intorno alla rima, ma al significato interno del testo; sono rari ed eccezionali i casi in cui la rima non ci sia affatto – sono tutte in dialetto romanesco: impattanti, sagaci, un monumento alla vita popolare e ai ceti meno abbienti di questa città – e del nostro intero Paese.
I testi sono poco meno di trenta, alcuni dei quali estrinsecati dai disegni minimali di Domenico Migliaccio, perché – mi ha confermato Alessandro stesso – il bello della poesia è l’interpretazione altrui, che spesso e volentieri differisce lungamente – e intimamente – con quella dell’autore. E in più c’era la necessità di essere assai poco legati all’idea del possesso dei testi, o del libro in sé, perché: «L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.»[2]
Di fatto, la raccolta è altresì un modo per mettere un punto alla poesia in romanesco e poter iniziare con la sperimentazione di altro. La parentesi non è chiusa, ma apertissima ad altre strade e altre metodologia di scrittura: quando si diventa maestri in qualcosa, meglio divenire subito allievi in altro.
500 e altre storie è un libello sottile, che ha tanto da dire e offrire.
Io vi consiglio di leggerlo.[3]

alessandro pieravanti


[1]   «Il Muro del Canto è una voce senza tempo, una voce di popolo, è l’inno alla terra, è il disincanto e la serenata. E’ un canto accorato di lavoro, è la ninna nanna antica. Il Muro del Canto è un progetto musicale che commuove, risveglia e infuoca gli animi, che fa piangere, sorridere e danzare. Tra 2010 e 2011 la band propone il proprio repertorio in moltissime esibizioni, instaurando un legame profondo con il pubblico che sempre più numeroso affolla i concerti. Gli spettacoli dal vivo superano la dimensione musicale per finire in quella narrativa e portano lo spettatore nell’immaginario unico creato dalla band. Nel 2011 Il Muro del Canto vince il Premio Stefano Rosso per il miglior arrangiamento, grazie alla propria versione di E intanto il Sole si nasconde.
L’Ammazzasette (2012, Goodfellas) è il primo album ufficiale e segue il percorso iniziato nel 2010 con il singolo Luce mia e poi con l’omonimo Ep di sei tracce Il Muro del Canto.
Un disco che mostra un universo culturale che ha le radici piantate nei marciapiedi della Capitale, 16 tracce che proiettano l’ascoltatore in un viaggio senza ritorno tra le storie e i personaggi di una grande e decadente giostra.
[…]Nell’aprile del 2012 il Muro del Canto, insieme ad Ardecore, Bandajorona e Remo Remotti, partecipa alla prima raccolta della canzone romana del nuovo millennio, rigorosamente in vinile, Mamma Roma Addio, uscito in occasione del quinto Record Store Day.
[…] Ancora ridi è il titolo del secondo disco de Il Muro del Canto, in uscita il 29 ottobre 2013. Dopo il successo de L’Ammazzasette, la band romana propone un album dalle sonorità più ruvide e marcatamente rock rispetto al precedente lavoro, senza tuttavia perdere né l’approccio cantautorale, né quello narrativo. Il missaggio è stato affidato all’esperienza di Tommaso Colliva (Muse, Afterhours, Calibro 35).»

[2]   Proust, M. Il tempo ritrovato, Alla ricerca del tempo perduto.

[3]   500 e altre storie è acquistabile nei seguenti luoghi:
– ai concerti de Il Muro dei Canto;
– alla Libreria Zafari, Via dei Volsci, 62, Roma. Tel. 0689534188
– al negozio di musica Hellnation, Via Nomentana 113, Roma. Tel. 0644252628
– su ebay
– alla pizzeria-gastronomia Opulentia, Via Ascoli 44, Roma. Tel. 3397250418

La foto dei libri è di Denise Esposito.