Note di merito per album passati distrattamente in secondo piano, ma meritevoli di un loro piccolo spazio. Nell’impossibilità di raccontare tutto ciò che viene prodotto, una selezione di dischi con confronti senza vincitori, né punteggi; ma con la presunzione di restituire una sensazione il più immediata possibile, attraverso un’analisi che va oltre le solite stellette.

Articolo di Giovanni Carfì

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Francess

Secondo album per la venticinquenne Francesca; nasce a New York da padre giamaicano e madre italiana. Arte e musica l’accompagnano fin da piccola, e lei vi si dedica completamente. Una voce calda e rotonda, autrice dei propri testi e del proprio mondo musicale, visto come una grande onda che spaventa e accoglie, e che ci regala un album ben curato, con echi soul e arrangiamenti dal respiro internazionale.

 

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Homelette

Duo italiano a cavallo tra Roma e Bari, amici e unici elementi di un duo che non ha bisogno di molto altro. Dopo un primo Ep, questa è la seconda uscita, che aggiunge sei tracce dalle sonorità cristalline, non troppo solari, ma molto emozionali. Voci ricche di echi, che girano intorno confondendosi e unendosi a suoni quasi “settembrini”; traspare un po’ di malinconia, proprio come nella copertina dove si vede una valigia vuota.

 

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Elina Duni

Nasce a Tirana, poi come molti si trasferisce, ma in Svizzera, dove coltiva la sua formazione. La sua terra è sempre con lei, e la riscoprirà pian piano, dopo due album accompagnata da un quartetto di ottimi musicisti, si misura ora con un disco dove lei è l’unica protagonista. Un abbraccio e omaggio a ciò che l’ha influenzata, con solo piano, tamburo, chitarra e la sua voce da “cittadina del mondo”, come ama definirsi.

 

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Palmer Generator

Sono quattro i brani che compongono questo lavoro; in realtà sono parti di un unico brano, un unico viaggio strumentale in una dimensione fluida e psichedelica. Il tutto nasce tra le pareti della stessa famiglia, padre, zio e nipote che suonano insieme, riuscendo a fondere vari elementi sonori, che cercano di accompagnare l’ascoltatore ad uno stato “primordiale delle cose”; da qui il titolo dell’album.

 

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