R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

Suonare la tromba è, nell’immaginario popolare, sempre un segno di allegrezza. Sono allegre le trombe delle bande civiche e di quelle militari, era allegra la tromba delle orchestrine circensi… Perché non dovrebbe essere allegra una tromba jazz e anche free jazz? Certo occorre fare i conti con trombe nobili, come quelle di Louis “Satchmo” Armstrong, di Dizzy Gillespie o di Sua Maestà Miles Davis, ma fatti anche questi conti, la tromba resta uno strumento che crea allegria, pur sapendo suscitare anche malinconie cosmiche, urbane o metafisiche. La tromba di Lina Allemano non fa eccezione e il suo nuovo lavoro intitolato Vegetables, edito dall’etichetta Lumo Records la cui uscita è prevista per il prossimo 11 aprile, non è che la lampante dimostrazione che con la tromba ci si possa divertire molto.

Con la grande trombettista canadese suona il Lina Allemano Four, ovvero Brodie West al sax alto, Andrew Downing al contrabbasso e Nick Fraser alle percussioni; tutti i pezzi sono composti da Lina Allemano. Oltre a Vegetables, nella stessa data, uscirà  anche un altro lavoro, Bloop in duo con Mike Smith, del quale magari tratteremo più avanti. Ma torniamo ai “vegetali” di questo curioso e divertente disco. Sull’immaginario banco del mercato i primi vegetali da mettere nella sporta della spesa sono le cipolle, Onions che com’è noto non hanno una sola pelle, ma tante, e richiedono attenzione perché fanno piangere ma anche ridere. La ricerca quasi impressionistica della tromba di Lina sembra cercarne l’anima, sfogliandone i vari strati con allegria e accuratezza, accorgendosi che il nucleo della cipolla alla fine non esiste. Ma questa è la sua caratteristica, così come una volta squadernata una grande varietà di suoni, il finale di Onions si esaurisce come la stessa materia vegetale della cipolla. Di diversa natura Beans, una composizione “puntillista”, minimale, quasi senza una vera consistenza, fatta di accenni di armonie, di contrappunti e di frantumazioni di piccoli suoni. Dolce come l’arrivo dell’autunno Champignons dove una tromba sussurra una melodia soave, impalpabile, sostenuta da un soffio delicato, dal discreto tintinnare dei piatti della batteria di Nick Fraser e dal vibrare lieve del contrabbasso di Andrew Downing, che riempiono un cestino di suoni/funghi di poetica bellezza. Vivace e acidulo, come da tabella alimentar-musicale, Brussel Sprouts, Maybe Cabbage. I cavoletti inquietano palato, stomaco e orecchio: saporiti ma di problematica digestione, sanno di inverno “saison de l’art serein” come ammoniva Mallarmé. Qui Lina si fa aiutare dal contrabbasso quasi martellante di Andrew Downing, traendone un piccolo gioiello di invenzione sonora e di suggestione immaginifica. Da Oh Avocado sarebbe stato lecito aspettarsi una digressione caraibica, invece Lina Allemano ne utilizza il sapore senza esotismi di maniera, ma ci cucina un piatto fatto di novità, diciamo un’essenza di sapore da cucina etnica, discreto e con una tromba contorta e a tratti spregiudicata. Conclude Leafy Greens, forse un po’ dietetica, dai suoni piani e pacati, come è percettivamente e visivamente il colore verde. Una gran bel disco questo di Lina Allemano, animato anche da un “concept” originale ed ironico, denso di ricerca musicale e sonora. Una piacevolissima conferma delle grandi capacità espressive e di ricerca di questa deliziosa musicista.


Tracklist:
01. Onions
02. Beans
03. Champignons
04. Brussel Sprouts, Maybe Cabbage
05. Oh Avocado

06. Leafy Greens