L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

L’avevo persa dal radar a metà dei primi anni 2000 Sophie Ellis Bextor, ma il ricordo delle serate passate a ballare le sue hits era ancora vivo in me, tanto da metterla nella lunga lista degli artisti da vedere dal vivo: a metà tra Debbie Harry, Madonna e gli Abba, mi ha sempre colpito non solo per la voce, che ne aveva fatto la musa di alcuni Dj famosi, tra cui il nostrano Spiller e Bob Sinclair, ma soprattutto per l’energia vitale dei suoi pezzi.

La serata ai Magazzini Generali viene aperta verso le 20.30 da Holiday Sidewinder, cantante australiana che, un paio di anni fa, aveva riproposto il tormentone Why, a distanza di quarant’anni, targato Nile Rodgers, in versione extended mix, con cui si è presentata anche al pubblico meneghino: si capisce subito che è uno show all’insegna dei feromoni per l’abito succinto, i tacchi altissimi e per il pubblico maschile estasiato, per usare un eufemismo…Movenze da sirena ammaliatrice, che quasi fanno passare in secondo piano le canzoni, figlie dei synth anni ’80, orecchiabili e ritmate, proprio come ai tempi dei paninari.

Verso le 21.15 arriva il momento di Sophie ed è subito luce, non solo per l’abito luccicante che indossa, ma per le vibrazioni positive che sprigiona con il suo dinamismo. Sezione ritmica da paura, accompagnata da band di giovani, all’inizio mascherati da animali, che pompano su basso e batteria come se non ci fosse un domani. La mia preferita, Take me Home (cover di un celebre pezzo di Cher), viene proposta dopo Crying at The Discoteque, con cui apre la setlist, con dei bei salti spazio temporali, che ci catapultano negli anni ’70, c’è infatti un’incursione anche nel riff di Gimme! Gimme! Gimme! degli Abba, che pure Madonna aveva riciclato per la sua Hung Up, e poi subito a fine anni ’80 con Like A Prayer, della premiata ditta Ciccone-Prince.

Il tempo sembra essersi fermato per la Bextor, quarantenne con fisico e grinta da ventenne: canta e balla senza alcun affanno, con voce in grande spolvero, che si esalta nei duetti acustici con il suo chitarrista, a metà concerto, per il brano Young Blood, e poi sul finire, quando sale sulla balconata per cantare Pessimist Is Never Disappointed in mezzo ai suoi fans. Uno spettacolo per le orecchie e uno per gli occhi, quando, nella seconda parte dello spettacolo e unica pausa, si cambia di abito e torna sul palco con un costume argentato in perfetto stile Dancing Queen e, forse, è davvero lei l’ultima regina della Disco, a dimostrazione che, quando anche la dance è suonata con gli strumenti musicali, anziché con il pc, senza troppi artifizi elettronici, è davvero tutta un’altra Musica. Il concerto termina alle 22.40, non lunghissimo quindi, ma di una tale intensità che si torna a casa in overdose di dopamina.

Voto: 10 e lode !

Setlist:
01. Crying at the Discoteque (Alcazar)
02. Take me Home (Cher)
03. Music Gets The Best of Me
04. Love is a Camera (Wheelspin)
05. Hypnotized
06. Young Blood
07. Hearing in Colour
08. Me and my Imagination (Wheelspin)
09. Get Over You
10. Lady (hear me tonight)/Groovejet/Can’t Fight This Feeling/Gimme!Gimme!Gimme! (A man after midnight)
11. Not Givin Up on Love (Armin van Buuren)
12. Like A Prayer (Madonna)
13. Heartbreak (Make me a Dancer)
14. Murder on the Dancefloor
15. Bittersweet
16. A Pessimist Is Never Disappointed