R E C E N S I O N E


Recensione di Letizia Grassi

Esistono due modi per ascoltare Adorned di Scott Matthew. Il primo consiste nel concepire il nuovo lavoro del musicista come un album del tutto nuovo. La seconda modalità, invece, suggerisce di ritornare sugli album precedenti e mettere i due Scott a confronto.
L’idea per realizzare Adorned è stata quella di lavorare su alcune delle sue canzoni originali, riportandole alla vita sotto un’altra luce. Il risultato finale è una raccolta di dieci classici della sua discografia completamente rivisitati. In questo modo ciascun brano appare completamente trasformato, con arrangiamenti del tutto differenti. Sembra che l’obiettivo di Scott Matthew sia quello di affrontare gli stessi temi, gli stessi problemi e le stesse preoccupazioni con una consapevolezza diversa rispetto al passato.

La voce, inimitabile, del musicista australiano non ha subito alcun cambiamento. Il lavoro si è concentrato totalmente sugli arrangiamenti melodici, riuscendo ad alternare melodie pop ad altre più elettroniche. Non più i tipici accordi di chitarra e ukulele, appartenenti al repertorio classico. Questo nuovo Scott Matthew canta accompagnato da violini, chitarre modificate e seguendo una ritmica molto lontana da quella a cui il cantante ci aveva abituato. Nonostante i cambiamenti, c’è una certa aria di familiarità che si respira dall’inizio alla fine dell’album. I brani non tradiscono il loro messaggio di fondo, anzi, riescono a rievocare le stesse sensazioni della loro prima apparizione.
L’album si apre con The Wish, canzone scritta dopo la strage di Orlando del 2016, nella quale al Pulse Club persero la vita 49 persone. Il brano è un omaggio alle vittime e, al tempo stesso, un’occasione per mettere in evidenza il problema delle armi negli Stati Uniti. Nel brano Scott esprime un grande senso di impotenza, ripetendo “I wish I could help” alternato a “I wish I could have help”. Se nella versione precedente questo senso di impotenza era accompagnato anche ad una sensazione di malinconica tristezza, quasi angosciante, data dal tocco delicato delle corde di una chitarra, il nuovo arrangiamento esprime anche un certo senso di speranza e di fiducia. Pur struggente, la melodia si impone di più, il ritmo è maggiormente stabile, meno crescente. Il desiderio di contribuire al cambiamento, forse, è diventato più concreto nel cantante.
Abandoned è un altro tesoro che non poteva mancare nel nuovo lavoro di Scott Matthew. Con questo brano nel 2008 il cantante era riuscito ad entrare nel cuore del pubblico. Abandoned è, senza dubbio, uno dei suoi primi successi internazionali. Oggi, a distanza di dodici anni, non si può che confermare tale fama. La differenza con il brano precedente è solamente la volontà di giocare con altri strumenti. In questo modo, Scott trasforma Abandoned in qualcosa di diverso. La versione del 2008 – chitarra, archi e piano – comunicava una profonda e malinconica infelicità. L’amarezza ed il dispiacere dell’abbandono sono ugualmente espresse nel brano rivisitato, ma l’idea di renderlo ritmato e di arricchirlo di nuovi effetti sonori manifesta l’intenzione di ricondurre il dolore verso una strada alternativa, e di ricollocarlo in un nuovo angolo del cuore, nutrendolo di speranza. Le parole, meravigliose, assumono tutt’alto significato e la solitudine che esse riflettono viene riletta alla luce di una fiduciosa aspettativa.
Le medesime variazioni melodiche si possono riscontrare anche nei brani successivi, da Where I Came From a End of Days. Ma, come nei primi due, i testi rimangono fedeli alle suggestioni che Scott ha loro precedentemente conferito. La forza dei significati dei brani risiede nella ricchezza espressiva delle parole, mentre gli arrangiamenti hanno la capacità di colorare le melodie e vestirle di nuove sfumature connotative.
Quello intrapreso da Scott Matthew in Adorned è un lavoro impegnativo, oltre che rischioso. Tuttavia, la legittima necessità di percorrere strade diverse dal genere per cui si è fatto conoscere al pubblico è andata di pari passo con la sua naturale capacità adattiva. I brani che Scott Matthew propone in Adorned non si discostano da quelli originali, anzi. Ma, allo stesso tempo, aggiungono i necessari dettagli mancanti, proponendosi come versioni, forse, più mature di un, probabilmente, più maturo Scott Matthew.

Tracklist:
01. The Wish
02. Abandoned
03. Where I Come From
04. For Dick
05. German
06. White Horse
07. This Here Defeat
08. Ornament
09. The Wonder Of Falling In Love
10. End Of Days