R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

Ci sono tromboni che sembrano essere in pace con il mondo: ne seguono il ritmo, ne assecondano la rotazione, senza omologarsi al suo ritmo. Quello di Gianluca Petrella è uno di questi. Se poi, a sottolineare e a ribadire ciò “che dice” il trombone, ci sono i tocchi di un vibrafono – quello di Pasquale Mirra – che sembra avere ciò che il fumettista americano Will Eisner chiamava “la forza della vita”, il gioco è fatto e non si smetterebbe mai di ascoltare questi due amici musicisti e musicisti amici; anzi due astro-musicisti che insieme fanno molto di più della somma di uno più uno. Bisogna ricordare che ascoltare questo magnifico lavoro che si intitola Correspondence edito dalla etichetta Tük Air ed uscito l’undici giugno scorso, è come ascoltare un’orchestra intera anche per un “quid” di altre sonorità strumentali non proprio trascurabili. In particolare Giulietta Passera alla voce e autrice del testo di Night Shift, Kalifa Kone al talking drums, n’goni e calabash, Blake Franchetto al basso elettrico, Danilo Mineo alle congas, bongos, krakabs ed effetti, Simone Padovani alle percussioni e Primo Zanasi al drum beat. Queste le informazioni, veniamo ora all’ascolto e ai sentimenti.

Il disco si apre con Everyday Magic elettronicamente ed etnicamente connotata, incalzante nei ritmi e deliziosamente “commentata” dai chiaroscuri del trombone di Petrella. Spiritualmente più profonda, delicata e meditativa sembra essere Correspondence che dà il titolo all’album. Simile tenore per Omo. Molto più “sperimentale” e solitaria, Hidden Soul magistralmente introdotta da effetti elettronici “sporchi” che ne fanno un po’ un frammento poetico di un mondo musicale indefinito ed indefinibile. Night Shift che segue, oltre al titolo piuttosto esplicito, porta con sé la bella voce quasi recitante di Giulietta Passera. Naja Naja è invece piena e solenne nella parte iniziale, mentre lo sviluppo, sperimentale e variegato ne scompagina le premesse. Caratteristica di tutto il lavoro è, a mio modo di vedere, la generazione di un benefico clima di incertezza, in un disco così in consonanza con l’universo. Correspon-Dance al di là del calembour linguistico del titolo, sembra essere il brano più intensamente “tribale”, forse quello che ho maggiormente apprezzato, per gli interventi di un trombone occidentale e jazz in un ritmo di fondo che sa inequivocabilmente ed intensamente di Africa. Di grande raffinatezza e brillantezza The Mine, Ntanà e Everyday Magic Radio Edit che concludono il lavoro. E poi, perché mi piace sempre soffermarmi sulle vesti grafiche dei “dischi”, la bella copertina di Oscar Diodoro un po’ pop e un po’ Dan Flavin, che ben commenta per l’occhio ciò che il disco propone per l’orecchio. Da ascoltare senza troppe altre spiegazioni.


Tracklist:
01. Everyday Magic
02. Correspondence
03. Omo
04. Hidden Soul
05. Night Shift
06. Naja Naja
07. Correspon-dance
08. The Mine
09. Ntanà
10. Everyday Magic Radio Edit

Foto © Michele Bordoni