R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Del Noce

Decimo anniversario per la formazione elvetica capitanata dal sassofonista Christoph Irniger, discograficamente già articolata in più episodi, in assortimento ad una produzione comprendente soluzioni ulteriori, tra cui il nucleare trio.
Il nuovo programma qui espresso in sei stanze sotto la dicitura Ghost Cat vede il giovane quintetto in sessione presso lo studio della Svizzera Italiana a Lugano, tornando ad arruolare due punte solistiche ormai d’autonomo profilo (tali il pianista Stefan Aeby ed il chitarrista Dave Gisler) e confermando la fidata sezione ritmica, nelle identità del batterista Michael Stulz e del bassista Raffaele Bossard.

Si torna dunque all’ascolto con pregiudiziale favore, già rilevate le consistenti progettualità e solidità di vedute dei Nostri, e ritrovandone gli ingredienti d’insieme già dall’introduttiva Marvel, manierata e sognante, vivente nella sua interezza di inflessioni affettuose, a vivace contrasto con l’obliquo e stravagante impianto generale di Seven Down Eight Up, segnato da una ritmica (molto) vagamente rockeggiante. Di tratto sensibile l’eponima Ghost Cat, pervasa di spirito rarefatto e sereno, eminentemente affidato al calore, soffuso e rollinsiano, dell’ancia di Irniger, che anticipa il protagonismo condiviso con le corde elettriche ed il piano, che s’avvicendano con modalità distinte e nient’affatto imitative.
Umoralità alquanto elusiva e sfuggente nella successiva Calling the Spirits, che accumula densità e tensione espositiva; impianto generale nuovamente disteso nell’esposizione piana e lineare di Four States of Mind, che a dispetto del titolo si mantiene coerente in termini tematici, importando tutt’al più la quieta fusion chitarristica di Gisler. Intro circospetto nella conclusiva Walking with Dinosaurs, procedente su ritmica angolosa e persistente nel suo spirito ondivago.

La formazione stanziale a Zurigo (di fatto un condensato da vari cantoni elvetici) conferma una polivalente ossatura post-bop ed un’aperta concezione fusion, in cui non latitano espressioni free, confermando la già rodata orchestrazione, segnata dalle fluenti linee chitarristiche di Dave Gisler, ancora dal pianismo poliedrico e discorsivo di Stefan Aeby, entro un sistema d’intercambio e mutuo ascolto in cui “naturalmente” risaltano il calore e la vigoria espressiva dell’ancia tenore del titolare Christoph Irniger, assertiva e centrata sia sull’esposizione tematica che sulla presa di rischio d’insieme, orientando le progressioni immaginative del rodato quintetto, completato dalle scultoree corde basse di Raffaele Bossard e dal drumming puntuale ed incisivo di Michi Stulz.

Si potrà ritenere il riferimento al “jazz moderno ed innovativo, fondato su una democrazia interna alla band”, enunciato nelle note di copertina, quale un equivalente della “vocazione” ad un funzionale interplay ma, puntando la focale sul presente episodio della già argomentata progressione di Irniger & C, osserveremmo che negli esiti il presente Ghost Cat tenda piuttosto ad assestarsi senza salienti innovazioni o contributi formali, riuscendo in sintesi come manierato e riepilogativo rispetto ad una serialità già distintasi per spirito avventuroso, caratteristica quota di lirismo e combinazioni creative.

Christoph Irniger: sax tenore
Stefan Aeby
: pianoforte
Dave Gisler
: chitarra elettrica
Raffaele Bossard
: contrabasso
Michael Stulz
: batteria

Tracklist:
01. Marvel (5:19)
02. Seven Down Eight Up (9:05)
03. Ghost Cat (5:48)
04. Calling the Spirits (12:05)
05. Four States of Mind (5:19)
06. Walking with Dinosaurs (5:33)

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Photo © Arne Hauge