R E C E N S I O N E


Articolo di Roberto Bianchi

Nei primi mesi del 2018 ho incontrato Stefano Barotti davanti a un buon bicchiere di vino, ascoltando con interesse e leggerezza Settembre, album tematico dedicato alla Vigna e ai Vini naturali (qui la recensione). Dopo qualche mese il nostro imprevedibile Pianeta ci ha regalato incredibili e spiacevoli sorprese, costringendoci a un drastico cambio di abitudini, e relegandoci a un difficile isolamento sociale. Stefano però non si è fermato e lo scorso ottobre ci ha regalato un nuovo intrigante lavoro, Il Grande Temporale, che solidifica la crescita musicale del Cantautore della Riviera Apuana, esaltandone l’originalità compositiva.

Le tematiche narrative sono coerenti con lo stile dell’autore, e la sua mano delicata dipinge la quotidianità con un tocco semplice, elegante e immediato. Le partiture musicali e gli arrangiamenti proseguono verso un interessante processo evolutivo, che riveste le canzoni con nuovi abiti, cuciti su misura e arricchiti da tessuti nobili.

Si passa con disinvoltura dalle belle ballate folk rock Il Grande Temporale e Marta, al reggae di Painter Loser, divagando per i territori swing & jazzy con venature retrò di Enzo, emozionante il tributo a Jannacci e la delicata Tutto Nuovo. C’è poi una strizzata d’occhio alla sperimentazione e al progressive rock nelle note di Tra Il Cielo e Il Prato, senza mai dimenticare il blues, che caratterizza la divertente Mi Ha Telefonato Tom Waits. Il cantautorato tradizionale è rinnovato con Spatola e Spugna, Stanotte Ho Fatto Un Sogno e Quando Racconterò.

Credo che la punta di diamante del disco sia Aleppo, una ballata ariosa con una struttura musicale pressoché perfetta. Le liriche surreali e le armonie si intersecano alla perfezione su un tappeto musicale ben tessuto, che coinvolge organo hammond, tastiere, chitarra acustica, steel guitar alla Jorma Kaukonen e una sezione ritmica ben strutturata, con un bel giro di basso e la convincente ritmica della batteria.

Un plauso alle belle voci femminili di Veronica Sbergia e Laura Bassani. I musicisti, tutti meritevoli di nota, lasciano un’impronta indelebile; la presenza di Jono Manson è una garanzia, un valore aggiunto, che amalgama alla perfezione le voci e i suoni.

Dispiace che certe canzoni non siano proposte costantemente dalle radio nostrane; le scelte commerciali sono ormai definite da incomprensibili strategie di marketing, e purtroppo la qualità dell’offerta è ormai un lontano ricordo. Nel mio piccolo spero di destare un po’ di curiosità nei cortesi lettori, indirizzandoli verso l’ascolto di un prodotto di livello nettamente superiore.

Mi permetto di dedicare un sentito e affettuoso ricordo a Roberto Ortolan, voce, chitarra elettrica e steel guitar nelle tracce di questo bel disco: Roberto, ottimo chitarrista e grande Uomo, non è più con noi, ma le sue note non ci lasceranno mai, RIP!

Tracklist:

  1. Il Grande Temporale
  2. Painter Loser
  3. Spatola e Spugna
  4. Tra Il Cielo e Il Prato
  5. Aleppo
  6. Stanotte Ho Fatto Un Sogno
  7. Mi Ha Telefonato John Waits
  8. Quando Racconterò
  9. Enzo
  10. Marta
  11. Tutto Nuovo