A P P U N T I  D A  S U O N I  M O B I L I


Appunti di James Cook, approfonditi da Luci

Mercoledì 3 luglio Suoni Mobili fa tappa a Bulciago, piccolo paese della provincia di Lecco, e poiché il clima non ci assiste ci ritroviamo presso la palestra Scuola Don Milani dove possiamo assistere al concerto Todomercedes. Il titolo contiene un chiaro riferimento a Mercedes Sosa la “cantora popular” argentina; dotata di una vocalità straordinaria è diventata famosa in tutto il mondo rivelando altresì una forza dirompente messa al servizio della pace e dei diritti civili in un paese oppresso dalla dittatura.
La rappresentazione della sua storia era stata pensata originariamente dal direttore creativo di Suoni MobiliSaul Beretta – per il Piccolo Museo della Tradizione Contadina; simbolicamente il vissuto della protagonista e il suo forte legame con la terra si poteva sposare al meglio con il recupero delle tradizioni che questa interessante istituzione locale mantiene in vita. Edificio diroccato, nemmeno mappato al catasto, nel 2006 è passato dalla proprietà della parrocchia a quella comunale che ha deciso di recuperarlo cercando anche di risalire alle sue origini. (probabilmente i primi decenni del XX secolo). Inaugurato nel luglio 2013, è diventato un prezioso angolo di memoria e storia che conserva oggetti della vita quotidiana contadina del posto, nonché un luogo aperto alla comunità per eventi culturali ed artistici.
Lo spazio alternativo proposto è comunque accogliente per cui senza disagio ci prepariamo a vivere un viaggio musicale del tutto inedito…

Poiché quest’anno ricorre il decimo anniversario dalla scomparsa della Sosa, Claudio Farinone, affermato chitarrista classico dedito anche alla musica improvvisata e Raffaele Casarano, sassofonista esponente di spicco della new jazz generation italiana, hanno pensato di costruire un duo intorno alla figura della straordinaria artista. Si tratta di un approccio atipico, in quanto entrambi sono stati concordi nel rinunciare al contributo di una cantante (il paragone sarebbe stato in ogni caso proibitivo). Claudio e Raffaele hanno quindi pensato di evocare Mercedes mediante l’incontro dei loro strumenti e avvalendosi dell’appassionato contributo narrativo di Sabatino Annecchiarico.
La “sfida” è quella di rivedere la storia della “più bella voce argentina di tutti i tempi” attraverso brani completamente riarrangiati e reinterpretati dai due musicisti che spaziano in libertà fra le melodie in un progetto che unisce con sensibilità cuore ed emozioni.

L’inizio del concerto è subito carico di profonde suggestioni: i tre artisti entrano, vestiti di nero e alle loro spalle parte un video di Mercedes che interpreta l’intenso brano “Canción del derrumbe indio” (che narra il dolore provocato dai soprusi dei conquistatori bianchi). Siamo nel 1965 e Jorge Cafrune ha invitato la cantante trentenne all’importante “Festival Folclórico de Cosquín”. Gli organizzatori della rassegna non sono al corrente dell’iniziativa, i commenti dal pubblico sono duri, per i suoi tratti somatici in un primo tempo quasi in modo dispregiativo Mercedes viene soprannominata “la negra”. Noncurante del mormorio di disapprovazione, accompagnando la splendida voce con la sola ritmica del bombo inizia un’esecuzione carica di pathos che termina in un’autentica ovazione. Nasce così la sua consacrazione pubblica, sancita da un contratto con la PolyGram per incidere “Yo no canto por cantar“..

Mentre assistiamo altrettanto rapiti allo scorrere del filmato, pian piano la voce di Mercedes sfuma, prendono la scena gli strumenti in sala e Annecchiarico dà inizio al suo racconto. Migrante, figlio di immigrati italiani in Argentina, vive in Italia e svolge l’attività di scrittore, giornalista, docente, ricercatore e conferenziere con particolare interesse per la storia e la geopolitica latinoamericana. Il narratore dimostra immediatamente di avere grandi doti comunicative. Appassionato, racconta storie argentine, col talento di un consumato attore si mette in gioco, anche fisicamente, per farci conoscere l’origine e il significato delle canzoni, inquadrarne il contesto storico, interpretarne i testi. Ci aiuta così a comprendere le sfaccettature di un’artista che è sempre stata molto connessa con la sua gente e che ha vissuto momenti di grande successo artistico, ma anche di enorme paura e dolore.

Nel febbraio del 1978 perde improvvisamente l’amato compagno, ad ottobre viene arrestata per qualche ora insieme al suo pubblico, gli spettacoli sono cancellati, i dischi ritirati dai negozi, la sua voce tolta dai programmi radiofonici. Nel 1979 parte per l’esilio in Spagna costretta ad abbandonare l’unico figlio ancora minorenne. Tornerà in patria nel 1982 quando la dittatura è ormai agonizzante ed una testimonianza indelebile delle consapevolezze acquisite in quegli anni di solitudine e sofferenza sarà la canzone “Todo cambia” (scritta in origine da Julio Numhauser con riferimento alla dittatura di Pinochet).
Quello che colpisce, nella serie di perle musicali che ci vengono proposte (Alfonsina y el mar, La maza, Balderrama, Mi unicornio azul, O que sera, solo per citarne alcune) è quanto le melodie sono essenziali ma si arricchiscono di colori e sfumature grazie all’abilità con cui i musicisti “giocano” con i loro strumenti: i sax soprano e contralto di Casarano, le chitarre a 8 corde e baritona, più l’ukubass di Farinone diffondono nell’aria note che coinvolgono e sorprendono per il talento e la libertà espressiva con cui sono eseguite. Mi piace in particolare richiamare l’attenzione su una canzone che è diventata una sorta di manifesto personale per Mercedes, immancabile fino all’ultimo concerto: mi riferisco a “”Gracias a la vida”, scritta dalla cilena Violeta Parra nel 1966. 

Avvolti dalle calde improvvisazioni delle note rendiamo omaggio ad una voce che è diventata universale perché, come poche altre, ha saputo dimostrarci quanto “il mio canto e il canto degli altri è lo stesso canto”.
Il bello di Suoni Mobili è anche questo, invita non solo all’ascolto ma fornisce importanti stimoli per approfondire, in questo caso anche il contesto in cui ha preso vita la storia di una delle più importanti personalità artistiche sudamericane dello scorso secolo, oltre a “sentire” ciò che si muove dentro l’anima di un artista…

Crediti immagini: Maurizio Anderlini.