L I V E – R E P O R T


Articolo di Annalisa Fortin

Forse non tutti sanno che il primo passaggio di David Bowie in Italia risale al 1969, anno in cui partecipò ad un concorso canoro a Monsummano Terme, un piccolo comune toscano. Arrivò però secondo. Per rimediare, come sostiene scherzosamente Paolo Fresu, cinquant’anni dopo il comune stesso ha incaricato il famoso trombettista di omaggiare adeguatamente il Duca Bianco. “Appena mi è stato proposto questo progetto”, dichiara Fresu, “mi sono sentito onorato ed emozionato. Ho deciso di mettere insieme una band unica, creata appositamente, con grandi musicisti eclettici e provenienti da esperienze diverse, anche lontane dal jazz. Credo che questo sia un grande valore. Avvicinarsi alla musica di David Bowie è una grande emozione e anche una straordinaria opportunità per tutti noi”.
Durante l’esibizione di Heroes, avvenuta il 9 luglio nell’ambito del Vicenza Jazz Festival, Paolo Fresu confessa che la conoscenza primordiale che lui e gli altri componenti avevano della musica di Bowie era quella delle comuni persone, ovvero di puro ascolto e apprezzamento. Nessuno si era mai cimentato nell’esecuzione di quella che poi si è rivelata una sfida artistica emozionante e coinvolgente, riportando una splendida luce in un momento buio comune dovuto alla pandemia. La band scelta da Fresu ha nomi di calibro stellare: Petra Magoni, Filippo Vignato, Francesco Diodati, Francesco Ponticelli, Christian Meyer. Insieme hanno messo le mani su una trentina di pezzi, tra i quali Life on Mars, This Is Not America, Warszawa, When I Live My Dreams. Ogni membro della band ha dato il proprio contributo negli arrangiamenti, conferendo maggiore varietà e dinamicità al progetto, scaturito anche in un cd. Tornando alle parole di Fresu: “Bowie è un autore immortale che è sempre stato vicino al jazz. Abbiamo trattato con il massimo rispetto la sua arte pur essendo propositivi, gettando infatti uno sguardo nuovo su queste canzoni”.

Petra Magoni, in quanto vocalist, gode di una maggior visibilità durante l’esibizione ma il concerto punta sul gioco di squadra. Lei, irriverente, sfida quasi gli altri musicisti, uno ad uno. Mai contro di loro ma sempre con loro, per incitarli, fomentarli, disturbandoli al fine cercare una reazione ancora più forte, ancora più ecclettica, ancora più eccitante.
Di David Bowie hanno detto tanto, del suo genio e del suo essere istrionico. E sul palcoscenico vicentino c’era genio e c’era anche l’istrionicità di Bowie grazie ad una Magoni che come è nelle sue corde (non solo vocali) ha cercato una performance imprevedibile, fuori dalle regole, di cui era emblema una cravatta portata sulla schiena anziché davanti, con un gioco al rimbalzo con tutti i musicisti in scena senza però mai prevaricare su di loro. Si è fatta strumento e musicista, esattamente al pari degli strumenti suonati magistralmente dai vari talenti in scena. Lo ha detto apertamente, “siamo una squadra!”, e li ha presentati per nome, uno ad uno, più volte, facendosi piccola (anche fisicamente) dinnanzi ad ognuno, proprio per mettere in luce la performance di ciascuno. 
“Paolo!” la voce suadente di Petra riecheggia non appena la cantante si avvicina al trombettista di fama mondiale. E sotto i piedi nudi del musicista lei si accartoccia, quasi in contemplazione, mentre Fresu con l’umanità e la bravura che lo caratterizzano inizia a dare (come sempre) il meglio di se, che è praticamente un suonare divino.
Con Christian Meyer, Petra irrompe tra i piatti che si percuotono sotto le bacchette frenetiche del talentuoso batterista, colpendo anche lei ripetutamente lo strumento. Una botta e risposta che poi rimbalza tra il musicista e il pubblico.
Con Francesco Diodati, alla chitarra, la cantante gioca e balla. Con Francesco Ponticelli al basso e al contrabasso, duetta come con un compagno di vecchia data. Con Filippo Vignato gioca all’imitazione del trombone che il giovane suona (magistralmente tra l’altro) per la prima volta con la formazione in una performance live.

Sul palco ci sono dei veri e propri eroi, per la bravura, per la disarmante semplicità con cui fanno di un concerto un momento poetico e originale come pochi. Heroes sarà presentato il 15 Luglio all’Umbria Jazz di Perugia, il 17 al Miralteatro d’Estate di Pesaro, il 20 a Roma per il Summer Fest, il giorno dopo a Jazz Festival di Taranto e il 22 Luglio la band risalirà l’Italia per essere in Friuli, a Grado (Gorizia). Immancabile per Fresu e i compagni essere a Berchidda per il Time in Jazz (11 Agosto) e chiuderanno l’estate a Fossano (30 Agosto). Ci sono già in programma però anche date autunnali: il 1 Novembre gli Heroes saranno al Bologna Jazz Festival, il 18 Dicembre al Napoli Jazz Winter e chiuderanno l’anno il 19 Dicembre a Fabriano (Ancona).

Photo © Roberto De Biasio